La felicità fa bene alla salute: sembra un'affermazione ovvia, quasi banale, ma se intesa in senso scientifico acquisisce un significato più profondo. Secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su Frontiers in Medicine ogni piccolo aumento nella "scala della felicità" farebbe diminuire la mortalità connessa alle malattie non trasmissibili (dette NCD, dall'inglese noncommunicable diseases). Esempi comuni di malattie non trasmissibili sono patologie cardiovascolari (come infarti e ictus), cancro, diabete, malattie respiratorie croniche (come l'asma), malattie mentali e disturbi muscolo-scheletrici.
La scala Cantril. Per giungere alle loro conclusioni, gli studiosi hanno utilizzato uno strumento di valutazione noto come scala Cantril, dal nome dello psicologo che lo ha ideato, che permette di misurare il benessere e le prospettive di vita di una persona con una valutazione da 0 a 10, dove 0 indica "la peggior vita possibile" e 10 "la miglior vita possibile".
Partendo dai dati raccolti tra il 2006 e il 2021 in 123 Paesi, gli autori hanno dimostrato che la felicità è positivamente correlata alla salute dei cittadini, a una condizione: che il benessere degli abitanti di quel Paese superi la soglia minima di 2,7 nella scala Cantril. Al di sopra di questo valore (molto basso) si stima che ogni punto percentuale di aumento di benessere soggettivo sia connesso a una diminuzione dello 0,43% nella mortalità per NCD delle persone tra i 30 e i 70 anni.

I risultati (parziali) di un’indagine del World Happiness report 2025, relativi all’anno 2024. I punteggi sono relativi a una scala di benessere personale da 0 a 10 e sono il risultato di una media delle risposte dei partecipanti. © OurWorldinData | Wellbeing Research Centre
Più felici, più sani. «Non abbiamo riscontrato effetti collaterali per "troppa felicità"», specifica Iulia Iuga, coordinatrice dello studio. Tuttavia, al di sotto della soglia di 2,7 punti anche minimi miglioramenti nel benessere (come un passaggio da 2 a 2,2) non si traducono in riduzione misurabili nelle morti per NCD. Dai dati emerge inoltre che i Paesi che superavano il punteggio minimo della scala Cantril tendevano ad avere una maggiore spesa sanitaria pro capite, reti di protezione sociale più solide e un governo più stabile dei Paesi "meno felici".
Alcuni limiti. A detta degli stessi autori lo studio presenta alcune limitazioni, come il fatto che si basa su dati autoriferiti dai partecipanti, e come tali soggetti a bias ed errori di misurazione. I ricercatori auspicano che studi futuri includano ulteriori misurazioni, come ad esempio gli anni vissuti con disabilità o i registri dei ricoveri ospedalieri, oltre a dati a livello subnazionale e relativi a Paesi a basso reddito o in conflitto.
Fotogallery 8 cose da fare per essere felici