La Bce lascia i tassi invariati al 2%: cosa significa per mutui e consumatori

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Pausa dopo 8 tagli in un anno. A pesare i dazi Usa e l'incertezza finanziaria

Giacomo Martiradonna

24 luglio - 16:06 - MILANO

Dopo 8 tagli consecutivi in un anno, la Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse di riferimento. Confermati il 2% sul tasso dei depositi, il 2,15% sul rifinanziamento principale e il 2,40% sul marginal lending.

"Il Consiglio direttivo", si legge nel comunicato ufficiale della Bce, "è determinato a garantire che l'inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine" e ribadisce l’intenzione di adottare un "approccio basato sui dati e sulle riunioni" per orientare le future decisioni di politica monetaria. Resta attivo anche lo Strumento di protezione della trasmissione, pensato per intervenire in presenza di "dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate".

bce, il perché dei tassi invariati

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Il raffreddamento della politica monetaria trova spiegazione nell'approccio prudente adottato dalla Bce negli ultimi mesi. Dopo una fase di allentamento aggressivo, l'istituto di Francoforte preferisce ora valutare gli effetti delle misure già implementate, evitando mosse premature in un contesto macroeconomico ancora caratterizzato da forte instabilità. Saranno le aspettative di inflazione, i dati economici e finanziari aggiornati, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’efficacia della trasmissione della politica monetaria a indirizzare le decisioni future. Nessun percorso predeterminato, dunque, ma un monitoraggio continuo e adattivo dell'economia dell'eurozona.

Cosa significa per mutui e consumatori

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Il mantenimento dei tassi ai livelli attuali si traduce in uno scenario di stabilità per famiglie e imprese. Chi ha in corso un mutuo a tasso variabile non subirà variazioni immediate nella rata. Secondo le simulazioni riportate dal Corriere della Sera, per un nuovo mutuo da 126 mila euro in 25 anni con un loan to value del 70%, le migliori offerte a tasso variabile partono da un Tan del 2,29% e una rata di circa 552 euro, mentre quelle a tasso fisso da una rata circa 592 euro (Tan del 2,92%). Anche per quanto concerne le surroghe, le condizioni restano competitive: i migliori tassi fissi partono da un Tan del 3,05% (rata 600 euro), mentre i variabili da un Tan del 2,29% (rata 552 euro).

le Prossime mosse della Bce

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Le attese dei mercati guardano ora alla prossima riunione di settembre. Secondo le proiezioni aggiornate, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono date al 50%. Ma diversi osservatori ritengono che le condizioni per un nuovo intervento espansivo siano concrete. Secondo gli esperti, l'inflazione vicina all’obiettivo e i segnali di normalizzazione sui mercati non escludono una discesa del tasso di policy fino all'1,5%.

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