L'ops di Unicredit su Bpm slitta, ancora 30 giorni

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 Nuovo colpo di scena nell'ops di Unicredit su Banco Bpm. Al fotofinish dalla Consob, con la scadenza dei termini imminente, è arrivata un'ulteriore sospensione. Altri trenta giorni, dal 23 luglio al 21 agosto, con l'operazione che ripartirà venerdì 22 agosto dall'esiguo 0,52% di adesioni per chiudersi in teoria lo stesso giorno, anche se è possibile che l'offerta guadagni altro tempo.

Prima il Tar del Lazio e poi la Commissione Ue sul golden power ritenuti "come fatti nuovi", hanno portato l'Authority di Borsa a decidere per la proroga. La "situazione di incertezza creatasi non consente ai destinatari, allo stato di pervenire a un fondato giudizio sull'offerta", scrive la Consob nella delibera in cui comunica il nuovo congelamento dopo lo stop. Il Tribunale amministrativo nella sua decisione del 9 luglio aveva accolto in parte il ricorso con il quale Unicredit (rimasta piatta a 58 euro a Piazza Affari) contestava la legittimità dei paletti imposti da Palazzo Chigi.

Dai giudici amministrativi è arrivato un no al vincolo di non ridurre per cinque anni il rapporto tra prestiti e depositi in Italia, con l'obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e piccole e medie imprese. Il Tar ha anche bocciato l'obbligo di mantenere il livello del portafoglio di project finance. Mentre nessun rilievo è stato fatto alla prescrizione che impone entro metà gennaio del prossimo anno l'uscita dalla Russia del gruppo di Piazza Gae Aulenti e sulla necessità di mantenere gli investimenti in asset italiani di Anima. A stretto giro, pochi giorni dopo, il 14 luglio, si è aggiunta Bruxelles che in una lettera all'esecutivo ha avvertito che il Dpcm è a rischio revoca perché contrario al diritto europeo. La conclusione preliminare è stata che l'Italia ha violato l'articolo 21 del Regolamento Concentrazioni. E se confermato, l'esecutivo comunitario potrà adottare una decisione formale ordinando a Roma di revocare il decreto.

L'Italia potrà rispondere entro il 12 agosto. Il ministro dell'economia, Giancarlo Giorgetti ha già replicato che è una questione di sicurezza nazionale. Dalla delibera della Consob emerge anche che Unicredit con una lettera del 15 luglio ha chiesto alla "Presidenza del Consiglio dei ministri e all'amministrazione competente per il monitoraggio di avviare un contradditorio" sulle prescrizioni. Questo in modo tale da dare seguito alle indicazioni della sentenza del Tar "finalizzate all'instaurazione di idonee (ed auspicabilmente virtuose) modalità di interlocuzione tra la pubblica Autorità" e l'istituto guidato da Andrea Orcel che intanto si prepara ad alzare il velo sui conti del semestre.

Il mese in più consente, comunque, ad Unicredit di vedere in una riscrittura del Dpcm da parte del governo, con i suggerimenti arrivati dal Tar e dalla Commissione europea ma anche di provare la via del dialogo. Allo stesso tempo, però, non mancano le incognite. La più evidente è il Credit Agricole che, nel frattempo, potrebbe incassare dalla Bce il via libera a salire oltre il 20% in Banco Bpm con diversi rumors che indicano i francesi pronti ad un intervento poi scompaginato dal nuovo rinvio deciso dalla Consob. La Banque Verte è l'unica via d'uscita per Piazza Meda che resta imbalsamata nella 'passivity rule' con un'offerta che partita il 28 aprile, tra stop & go, non vedrà il suo termine, a questo punto, se non a settembre. Nel frattempo da Banco Bpm (+1,23% in Borsa) che ha riunito il cda a Verona, non sono arrivati commenti. La banca, assieme ai suoi legali, sta analizzando la decisione della Consob e sta valutando eventuali iniziative a sua tutela e resta in attesa delle decisioni che arriveranno da Unicredit.

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