L'esploratrice Dora sfida giungla e pregiudizi

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(di Lucia Magi) "In questo momento storico, celebrare la cultura latina è fondamentale. Dora lo fa con meraviglia e curiosità: non va a caccia di tesori per diventare ricca o famosa: ama la storia del suo paese e vuole proteggerla". Il regista Alberto Belli, 40 anni, riassume così in una conversazione con l'ANSA il cuore di 'Dora alla ricerca di Sol Dorado', il nuovo film live-action tratto dalla popolare serie 'Dora l'esploratrice', in arrivo il 2 luglio su Paramount+.
    L'uscita lancia la 'Great Dora Fiesta', una serie di contenuti speciali per celebrare i 25 anni del cartone sulla bambina con zaino e scimmietta in spalle, lanciato da Nickelodeon nel 2000: una delle serie prescolari più viste di sempre, l'unica in grado di tener testa agli altri due giganti della casa - Spongebob e Paw Patrol - tradotta in 32 lingue e trasmessa in oltre 150 paesi.
    Dora e i suoi aiutanti mescolano con naturalezza inglese e spagnolo. "È un'icona dell'identità latina negli Stati Uniti.
    Per questo è stato un onore darle vita", rifletteva la giovane protagonista Samantha Lorraine sul tappeto degli ultimi Kids Choice Awards. Nel film scritto da JT Billings, 'la più grande esploratrice del mondo' non è una bambina ma una sedicenne, che insieme a suo cugino Diego (Jacob Rodriguez), all'amica Naiya e al fratellino Sonny (Mariana Garzón Toro e Acston Luca Porto), assume su di sé la missione di trovare un antico tesoro Inca prima che finisca nelle mani sbagliate.
    "Non eravamo in studio. Abbiamo girato davvero nella giungla, in Colombia!", racconta Belli, che come i suoi personaggi e attori mescola varie culture nella sua vita: nato e cresciuto in Messico da genitori italiani, oggi vive e lavora a Los Angeles.
    "È stato tosto - spiega in un italiano perfetto - non solo per il caldo tremendo, ma perché è difficile concentrarsi quando hai attorno tutti quegli animali e insetti. Volevamo essere il più rispettosi possibile, ma non è facile dirigere sperando che mentre guardi in camera uno scorpione non si arrampichi sulla tua gamba e ti pizzichi. Gli addetti alla sicurezza ogni giorno catturavano due o tre serpenti… una volta uno gigante nel bagno".
    Eppure, andare in Colombia era la condizione fondamentale per il regista, che si è fatto largo a Hollywood con il film per famiglie I terribili nove di Disney, del 2023, e con diversi progetti d'autore precedenti apprezzati dalla critica. "L'ho detto fin dal primo incontro con Paramount: accetto perché adoro i film d'avventura che hanno anche un tocco di umore, come Indiana Jones o La mummia. Ma quello che mi emoziona di Dora è che, a differenza di Indy o Rick O'Connell, è un'esploratrice che studia, si meraviglia e lotta per la propria cultura, le proprie radici".
    Mentre parliamo, Los Angeles è teatro di continue retate da parte di agenti federali dell'immigrazione che arrestano persone con sembianze ispaniche. "Ci ho pensato molto. Sono orgoglioso che questo film presenti i latini in modo completo, ricco e positivo. È stato importante già solo girare lì, dove di solito fanno film su narcotrafficanti e criminali, che purtroppo è proprio come ci descrive il presidente Trump. Dora lancia il messaggio opposto". In fin dei conti, il mondo sarà salvato dai ragazzini.
   

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