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Un rigore parato, un ragazzo che si assume la responsabilità, un allenatore che gliela affida: la crescita di un giovane giocatore passa anche dal rischio e non dalla protezione
Alessandro Vocalelli
29 ottobre - 19:37 - MILANO
Ci sembra di sentirli. Ma come, hai l’occasione di battere la capolista, o comunque di andare in vantaggio contro il Napoli, e fai tirare il rigore a un ragazzo di 17 anni? Non capisci che in quel momento bisogna avere i nervi saldi e l’esperienza giusta per prendersi una simile responsabilità? Insomma, la "colpa", in questi casi, secondo alcuni è addirittura più dell’allenatore che del giocatore.












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