Kolo Muani con Vlahovic? A partita in corso si può. Motta valuta l'incastro perfetto

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Thiago li ha già affiancati contro l’Empoli e il numero 9 si è sbloccato: si tratterebbe di un assetto super offensivo

Giornalista

4 febbraio - 11:54 - MILANO

È durata 25 minuti più recupero la prima convivenza in campo tra Dusan Vlahovic e Randal Kolo Muani. E proprio 25 minuti dopo il suo ingresso in campo, il serbo è tornato a segnare su azione in campionato come non accadeva addirittura da fine ottobre contro l’Inter a San Siro. Ogni vita è costellata di coincidenze e i due eventi non sono per forza connessi con un legame di causa ed effetto, ma di certo alla seconda partita del nuovo acquisto francese si ha avuto la prova concreta che per Thiago Motta i due attaccanti non sono soltanto due pedine da alternare: non c’è nessun dogma. 

spirito di adattamento

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"Possono giocare insieme perché sono grandi calciatori", aveva spiegato l’allenatore nella conferenza stampa della vigilia di Juventus-Empoli, e il giorno successivo lo stesso Motta ha dimostrato che non si trattava di una frase fatta: Kolo Muani e Vlahovic possono giocare insieme contemporaneamente, per davvero. Certo, le precisazioni sono d’obbligo. Per esempio: il tecnico ex Bologna non è abituato a schierare due punte centrali e nemmeno vuole farlo. Che sia 4-2-3-1, 4-3-3 o 4-1-4-1, il centravanti è uno solo e quindi in questo discorso serve la disponibilità di chi si adatta. Tra il serbo e il francese è senz’altro il secondo a essere più versatile e infatti in carriera - pur essendo di ruolo una punta centrale - ha già disputato diverse partite come ala offensiva. È accaduto anche contro l’Empoli, perché al momento dell’ingresso in campo di Vlahovic, Kolo Muani si è spostato in fascia lasciando proprio a Dusan lo spazio per fare la boa. Attenzione, però: i due resteranno concorrenti per il posto da titolare, perché l’impressione è che la doppia arma offensiva sia praticabile solamente a partita in corso, alzando parecchio il baricentro della squadra. Motta ha già quindi cominciato a studiare l’incastro perfetto per proporre questa formula in un assetto molto spinto in avanti. Potrebbe ricorrere a questa soluzione per una gara da recuperare con il cronometro che corre troppo veloce verso la fine, oppure quando serve dare il colpo di grazia all’avversario in una situazione di vantaggio quando ci sono più spazi da cavalcare contro una formazione costretta a scoprirsi. 

gli accorgimenti

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In tutti questi scenari, Motta sa bene che non si può però variare gli equilibri di un reparto senza considerare le ripercussioni su tutto il resto della squadra. È forse proprio per questo motivo che domenica è stato Kenan Yildiz a uscire in occasione dell’ingresso di Vlahovic, perché una Juventus così offensiva non si poteva permettere troppi giocatori orientati quasi solamente sull’attacco: ha preferito infatti tenere in campo Nico Gonzalez, più propenso a dare una mano dietro in fase di non possesso. Insomma, in generale tutti i giocatori in campo dovranno essere ben consapevoli della necessità di mettere in tavola una damigiana di attenzione e spirito di sacrificio in più per permettere al modulo con doppia punta di essere sostenibile nell’economia di squadra. 

la terza via

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Kolo Muani è un attaccante con caratteristiche diverse da Vlahovic e Motta ha sorriso quanto è stato definito il prestito secco dal Paris Saint-Germain perché ha finalmente potuto decidere quale dei due schierare in base allo stato di forma di ciascuno e in base al tipo di partita da affrontare. Schierarli insieme è una sorta di terza via da maneggiare con cura: gli effetti possono essere pirotecnici, ma potenzialmente si potrebbe anche rischiare di scottarsi. Per tornare a fare scintille, però, serve anche coraggio: i tifosi lo sanno e spesso lo vogliono. 

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