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Parte atletica e lavoro di fondo o palestra al mattino, sul campo col pallone (con focus particolare su gestione del possesso e costruzione) nel pomeriggio. Il tecnico croato partecipa molto e non lesina incitamenti, nemmeno il contatto fisico con i suoi giocatori: una svolta radicale rispetto al ben più freddo Thiago
C’è la corsa e c’è il dialogo. C’è il lavoro sulla difesa e le partitelle, il lavoro di forza in palestra e le doppie sedute. La nuova – nuova perché il croato non aveva mai avuto modo di plasmarla in questo modo da prima dell’inizio della stagione – Juventus di Tudor parte da qui. In due parole: campo ed empatia. I primi giorni di allenamenti alla Continassa che hanno portato la squadra al primo test amichevole di agosto (contro la Reggiana al JTC a porte chiuse) sono stati serrati e non poteva essere altrimenti. Tudor è un maestro del lavoro atletico, quasi un vero e proprio cultore della materia. Per spiegarlo ancora meglio, Tudor è il tipo che ammira e che punterebbe a replicare – con le dovute proporzioni – la routine di allenamento Jakob Ingebrigtsen, campione olimpico a Tokyo e a Parigi sui 1500 e 5000 metri. Insomma, correre non è un’opzione.