Juve e Milan, due squadre da rifare. E non c'è più spazio per gli esperimenti

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Due big che ancora una volta dovranno scegliere la guida tecnica prima di avviare la ricostruzione

Pierfrancesco Archetti

Giornalista

17 maggio - 10:13 - MILANO

Il calcio vive di sentenze quotidiane che sembrano incontestabili, ma vengono poi spazzate dal prossimo gol, dal prossimo successo. Vecchia storia, alla quale tutti hanno fatto l’abitudine. Però l’impietosa legge dei conti che vanno fatti alla fine trova l’applicazione quando la stagione volge al termine e i giudizi assumono un carattere definitivo. Avvicinandosi alla chiusura, si può sostenere che, comunque vada, il Napoli è la sorpresa del campionato, l’Atalanta la conferma (della Champions), l’Inter attende due verdetti per una definizione completa dell’annata, ma Juventus e Milan sono le delusioni che devono pensare a una ricostruzione. 

necessità juve e milan

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Già il fatto che entrambe abbiano dovuto cambiare l’allenatore testimonia la prima ammissione di fallimento delle due dirigenze che avevano puntato dunque su uomini sbagliati, mal valutati o equipaggiati in modo errato. Ma anche con i cambi in panchina – Igor Tudor e Sergio Conceiçao per Thiago Motta e Paulo Fonseca – non è stata raggiunta la stabilità richiesta e necessaria per costruire il futuro. I due club da 55 scudetti e 9 Coppe Campioni/Champions League devono ricostruire partendo dalla base, vale a dire dalla guida tecnica. Il lavoro potrà essere svolto in condizioni diverse, questo va specificato. A due giornate dal termine, la Juventus ha ancora la possibilità di evitare un bagno totale, perché la qualificazione in Champions rimane possibile, e il carico di milioni che ne conseguirebbe, a compito eseguito, darebbe maggior libertà sul mercato. Il che non significa poter scegliere bene, visti i costosi errori dell’estate scorsa, ma almeno poter cercare senza troppe restrizioni di un bilancio che comunque da qualche stagione è in deficit, ha già dovuto ricevere gli aiuti delle ricapitalizzazioni. I milioni servono per i giocatori, forse anche per liberare un allenatore (ma sarebbe una cifra meno elevata), però in attesa di conoscere a quanto ammonterà il budget a disposizione, non si può congelare la scelta del tecnico. È chiaro che gli esperimenti vadano messi da parte. Con Thiago Motta dopo Massimiliano Allegri si voleva imprimere una svolta filosofica e spettacolare che non ha portato i frutti sperati. Alla Juve serve un allenatore con esperienza e conoscenza del nostro campionato, che non sia straniero: d’accordo che si debba ricostruire, ma non alla cieca.

progetto juve

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Il tempo per gli allenatori è sempre limitato, ma chi si siede sulla panchina della Juventus nella prossima annata ne avrà ancor meno, perché graverà sull’ambiente il peso di questa stagione senza titoli. Non è un segreto che tutti gli sforzi vengono fatti per un ritorno di Antonio Conte. Sarebbe l’uomo che si attiene a tutte le caratteristiche richieste e sognate. Nel caso, andrebbe messa in conto la resistenza del Napoli, però la volontà piega i contratti, anche se quelli di De Laurentiis sono difficili da maneggiare. Il piano B ora contempla la riconferma di Tudor, che in caso di qualificazione alla Champions ha il rinnovo automatico (con clausola però per risolvere l’accordo entro il 30 luglio). Con la grande Europa in tasca, non partirebbe come incognita, ma come l’uomo che in qualche maniera ha centrato l’obiettivo necessario.

progetto milan

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Le macerie attorno al Milan sono una catasta più alta e fresca. Ottavo posto in campionato, finale di Coppa Italia che ha accentuato amarezza e necessità di una rivoluzione radicale, posto nelle coppe difficile da raggiungere e in ogni caso sarà un’Europa minore. L’innamoramento improvviso per Vincenzo Italiano è comprensibile, visti i risultati del Bologna e le conseguenze della sfida di mercoledì all’Olimpico. Però c’è la sensazione che il club brancoli nel buio, perché la ricerca dell’allenatore non deve prescindere da quella del direttore sportivo. Rispetto alla Juve, il Milan ha una proprietà straniera, ma almeno pare sia stato compreso che la caccia internazionale di un tecnico non deve avere un altro seguito. In questo momento con Italiano c’è anche Massimiliano Allegri nella lista delle preferenze. Vale anche in questo caso l’identikit juventino: serve una guida esperta, di carisma e abituata a muoversi nelle mille complicazioni del nostro campionato. Perché gli esperimenti sono costati un prezzo troppo alto.

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