La presenza del leader della retroguardia di Tudor permette a tutto l’ambiente di compiere un salto di qualità: con lui in campo meglio anche Gatti, Kelly e Kalulu
Igor Tudor conosce molto bene il mondo del calcio e non si fa prendere da facili entusiasmi: Juventus-Inter sarà una partita difficilissima, anche se si giocherà in casa, anche se la sua squadra è in testa alla Serie A a punteggio pieno dopo due giornate e anche se gli avversari sono reduci da una deludente sconfitta interna contro l’Udinese. Da buon difensore e da uomo pragmatico, però, l’allenatore sa bene che partire dai propri punti di forza può essere la mossa giusta per costruire le fondamenta dei successi, anche quelli più complessi da concretizzare. Ecco, allora, che il collegamento tra il ritorno di Gleison Bremer e quei zero gol subiti finora non appare assolutamente una semplice combinazione.
copia e incolla
—
Lo scorso anno, con Thiago Motta in panchina, la stagione della Juventus cominciò a capovolgersi proprio quando Bremer si ritrovò a terra, estremamente dolorante, dopo un contrasto con Lois Openda. Era Lipsia-Juventus del 2 ottobre 2024 e fino a quel momento, con il nazionale brasiliano in campo, la Juventus aveva incassato una sola rete in otto match. Poi la diagnosi di lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, l’intervento chirurgico di ricostruzione del legamento stesso e la conseguente lunghissima riabilitazione che ad agosto gli ha permesso di rivestire la maglia della Signora in una partita ufficiale. Da lì, finora, la Juventus pare proprio aver ripreso da dove si era interrotta lo scorso autunno, con altre due partite e altrettanti clean sheet con il suo gigante a guidare la difesa.
che impatto
—
Ovviamente sarebbe semplicistico ridurre la fase difensiva della Juventus - sia con Motta che con Tudor - al solo centrale, ma il suo impatto è unanimemente riconosciuto dai compagni di squadra, dai tifosi e dagli addetti ai lavori. La Juventus prima o poi tornerà a subire gol e nessuno è invincibile, ma alla Continassa si tocca con mano come la presenza di Bremer, nel reparto e nello spogliatoio, permetta a tutto l’ambiente di compiere un salto di qualità. Nelle prime due partite si è visto un Lloyd Kelly più coraggioso, Federico Gatti è tornato a prendersi più libertà senza gli oneri da ultimo difensore e addirittura Pierre Kalulu è stato adattato a esterno di centrocampo, da non dare per scontato vista la penuria di difensori vissuta dalla rosa bianconera tra ottobre e dicembre 2024.
il prossimo passo
—
Curiosamente i numeri personali delle prime due partite di Bremer non sono strepitosi, ma è tutta la squadra che con lui campo non sembra dare più l’impressione di essere vulnerabile a ogni occasione. Chiaramente, dopo Parma e Genoa, il tasso di difficoltà della sfida all’Inter è notevolmente più alto e non è sufficiente venerare il pilastro della propria difesa per respingere Lautaro Martinez, Marcus Thuram e tutte le minacce nerazzurre in arrivo dalle fasce, dal centrocampo e pure dai difensori che salgono a impostare. Di certo, il derby d’Italia si potrà però affrontare come una prova di maturità per una squadra che ha iniziato a ricostruire le certezze e che da uno scontro diretto così importante potrebbe guadagnarne in esperienza e in morale, oltre che in un sorprendente +6 in classifica in caso di bottino pieno. Sarà una partita delicatissima, ma durante la sua assenza Bremer non si è dimenticato di cosa significhi affrontarla. A ogni esercizio, a ogni preghiera, a ogni goccia di sudore versata per rientrare, Gleison aveva in testa l’immagine di serate come queste. E così si esalta.