James Foley è morto a 71 anni: addio al regista di House of Cards e Americani

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Si è spento a Los Angeles, dopo una lunga malattia. È stato autore di cult noir e di diversi videoclip per Madonna

9 maggio - 15:00 - MILANO

Si è spento all’età di 71 anni James Foley, il regista statunitense di House of Cards Americani. Foley è morto nella sua casa di Los Angeles all’inizio della settimana. "Si è spento serenamente nel sonno", ha comunicato il suo portavoce l’8 maggio. Autore eclettico e prolifico, è stato capace di muoversi tra generi e linguaggi anche molto diversi nel cinema degli anni Ottanta e Novanta. Sua anche la direzione di Cinquanta sfumature di nero nel 2017 e Cinquanta sfumature di rosso nel 2018, capitoli conclusivi della trilogia erotica tratta dai bestseller di E.L. James.

la malattia di James Foley

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Da circa un anno James Foley lottava contro un tumore al cervello. Nonostante la riservatezza con cui ha affrontato il momento, le sue condizioni erano note da tempo nel mondo del cinema. La morte è avvenuta nella quiete della sua abitazione di Los Angeles.

James Foley, una fortunata carriera

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Nato il 28 dicembre 1953, Foley aveva studiato regia alla New York University prima di completare la sua formazione alla USC di Los Angeles. Esordì dietro la macchina da presa nel 1984 con Amare con rabbia, e poco dopo si fece notare anche con alcuni videoclip musicali, tra cui quello di Dress You Up di Madonna, con cui instaurò una proficua collaborazione. Insieme realizzarono anche il film Who's That Girl, che tuttavia si rivelò un insuccesso. Il primo vero riconoscimento nel 1992 con Americani, tratto da David Mamet, pellicola dal cast stellare con Al Pacino, Jack Lemmon e Alec Baldwin. Sempre con Pacino, diresse Un giorno da ricordare nel 1995.

gli ultimi anni

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Nel corso della sua carriera, Foley ha diretto film come Paura, che contribuì a lanciare Mark Wahlberg e Reese Witherspoon, L’ultimo appello e The Corruptor. Dopo una pausa dal cinema nel 2007, tornò alla ribalta con le serie tv: fu David Fincher a volerlo per dirigere dodici episodi di House of Cards, tra il 2013 e il 2015. Partecipò anche alla serie Billions nel 2016 e poco dopo firmò Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso.

Foley si è sempre tenuto lontano da definizioni rigide: "Non mi interessa ripetermi", diceva. "Scelgo i progetti che mi attraggono, anche se non sempre funzionano". Forse per questo, la sua filmografia è sempre ben riconoscibile, con storie di uomini ai margini, spesso coinvolti in meccanismi di potere, alienazione e tradimento. Sul set era noto per l’attenzione ai dettagli e per la capacità di costruire un rapporto diretto con gli attori: "I migliori vogliono essere diretti", spiegava. "Quando c’è sintonia, si ottengono risultati straordinari".

La Gazzetta dello Sport

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