Itiner-e, il navigatore sulle tracce delle vie romane che parla in latino

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Un atlante digitale che funziona come Google Maps, ma parla latino. Itiner-e ricostruisce quasi 300.000 km di strade romane e permette di esplorare l’Impero come se avessimo in tasca il navigatore di Cesare. Città con i nomi antichi, percorsi, tempi di viaggio e nuove chiavi di lettura per storia, economia e migrazioni

Valerio Boni

18 dicembre - 20:18 - MILANO

Se l'imperatore avesse dovuto andare "dalle Alpi alle piramidi" molto prima di Napoleone, oggi la scena sarebbe facile da immaginare: toga ben sistemata, sandali allacciati, carro pronto nel cortile del palazzo… e un servo che chiede: "Cesare, imposto il percorso sull'Itinerarium Satellitalis Maximus?". Chiamiamolo così, con un latino maccheronico roboante, il navigatore satellitare dell'Impero. Prima, ovviamente, bisognerebbe costringerlo a guardare il tutorial. La cosa buffa è che, duemila anni dopo, quell'oggetto esiste davvero. Non per i carri da guerra, ma per noi. Si chiama Itiner-e ed è, a tutti gli effetti, il Google Maps delle strade romane.

un google maps che parla latino

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Itiner-e è un atlante digitale interattivo che mette su mappa quasi 300mila km di vie romane, frutto di più di due secoli di ricerche, scavi, atlanti, rapporti archeologici, vecchie carte topografiche e immagini satellitari. Rispetto alle stime precedenti, il nuovo lavoro aggiunge circa 100mila km di tracciati in più. In pratica ha quasi raddoppiato la rete di strade note dell’Impero. L'interfaccia è semplice: si apre la mappa e ci si trova davanti all'intero impero nella sua massima estensione, dalla Britannia all'Egitto, dalla penisola iberica al Levante, passando per il Nord Africa. Le località non si chiamano Londra, Losanna o Vienna, ma Londinium, Lousonna, Vindobona: una specie di corso accelerato di storia romana travestito da app di mappe. I nomi contemporanei scompaiono, e al loro posto compaiono quelli della Pleiades Gazetteer, il grande database dei luoghi antichi.

non solo linee sulla carta

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Dietro quelle linee colorate non c'è solo un "abbiamo tracciato una strada qui". Ogni segmento è catalogato con un livello di certezza (certo, congetturato o ipotetico), il periodo di costruzione e i riferimenti bibliografici. In pratica, si clicca una strada e appare chi l'ha studiata, da quali fonti deriva il tracciato, quanto è affidabile. La parte più affascinante, però, è il sistema di ricerca, ancora in versione beta. L'utente ha più possibilità, può scegliere due città antiche, per esempio Augusta Taurinorum (Torino) e Alexandria (Alessandria d'Egitto), chiedere al sistema di calcolare il percorso solo sulle vie romane collegate, vedere distanza e tempo di viaggio stimato, scegliendo il mezzo: a piedi, con carro a buoi, con animale da soma o come corriere a cavallo. Le velocità sono calcolate in chilometri all'ora e corrette in base alle pendenze, utilizzando modelli di "fatica" in salita: sulle Alpi non si corre, nemmeno se ti chiami Cesare. Niente auto, niente autostrade: solo ciò che esisteva (o è plausibile che esistesse) nel II secolo d.C. È come prendere il nostro navigatore, togliere tutti gli aggiornamenti degli ultimi 1.800 anni e lasciargli solo quelle tracce in pietra che hanno tenuto insieme un impero.

dall'alpi alle piramidi in realtà aumentata

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La cosa bella è che non è solo un giocattolo per archeologi: chiunque può aprire il sito e mettersi a giocare con i percorsi. Vogliamo vedere come si andava da Roma a Lugdunum (Lione)? O quanto era complicato collegare l'Italia alla Britannia passando per il continente? O ancora come ci si muoveva lungo le grandi vie della costa africana, dove oggi corrono strade più moderne, ma non sempre sugli stessi tracciati? Per chi ama i viaggi lenti e le ricostruzioni storiche, è una tentazione forte, sovrapporre mentalmente il proprio itinerario contemporaneo con quello antico, o pensare: "Se facessi un viaggio oggi cercando di seguire il più possibile queste linee, quante volte mi ritroverei sulla statale che ricalca una via consolare, e quante nelle campagne, lontano da tutto?".

l'idea di un impero connesso

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Un esempio concreto lo dà proprio una delle città citate negli articoli che hanno presentato il progetto: Lousonna, l'attuale Losanna, sulle rive del lago di Ginevra. Lì la rete stradale fu potenziata sotto l'imperatore Claudio, intorno al 47 d.C. La via principale, il Decumanus maximus, attraversava l'insediamento da est a ovest, collegando i punti chiave della città, tra cui un grande tempio. È grazie a collegamenti come questi che, in un piccolo angolo dell'odierna Svizzera, si trovano testimonianze del culto della dea egizia Iside, la prova concreta di come idee, merci e culti religiosi viaggiassero lungo la stessa rete usata dalle legioni. Guardare Lousonna su Itiner-e significa quindi vedere, in una sola schermata, una "rete sociale" in pietra: la base fisica che rende possibile la circolazione di tutto il resto.

non solo turismo: economia e invasioni

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Per i ricercatori, Itiner-e è molto più di una curiosità grafica: la nuova mappa, che quasi raddoppia la lunghezza delle strade note, apre scenari inediti per capire come si è espansa l'economia romana e dove passavano le grandi rotte commerciali, ma anche in che modo lungo queste stesse vie si siano propagate epidemie e pandemie antiche, o come i popoli germanici abbiano utilizzato l'infrastruttura già esistente durante le migrazioni che porteranno al crollo dell'Impero romano d'Occidente. In altre parole, non stiamo solo tracciando "strade", ma flussi: di grano, di soldati, di lettere, di religioni, di malattie.

giocattolo serio per viaggi d'altri tempi

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E noi comuni mortali, cosa ci facciamo con Itiner-e? Gli insegnanti possono usarlo in classe per far vedere agli studenti quanto fosse davvero esteso l'Impero e come si muovevano le persone: un modo decisamente più affascinante e contemporaneo per raccontare la storia. I curiosi possono mettersi a zoomare sul proprio territorio, scoprendo se sotto la tangenziale di oggi passa (almeno in teoria) una vecchia via consolare. I viaggiatori possono progettare un itinerario "alla romana", almeno sulla carta, un weekend "solo sulle vie dell’Impero", confrontando poi la traccia antica con quella del loro vero navigatore. Ed è qui che torna il nostro Itinerarium Satellitalis Maximus: basta immaginare di sostituire la voce metallica del Gps con un centurione che ti ordina con tono perentorio "Ad dextram verte, viator!", ricordandoti però che lui, a differenza tua, ignorava orgogliosamente rotonde, zone a traffico limitato e autovelox. L'unico rischio, oggi, è arrivare tardi a destinazione perché ti sei perso a guardare la mappa dell'Impero invece della strada davanti a te. Per una volta, però, potrebbe valerne la pena.

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