Italia, per andare al Mondiale devi fare di tutto. Anche cambiare ct

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Spalletti è un allenatore pieno di idee ma non è mai riuscito a trasmetterle agli azzurri, e nelle partite decisive ha fallito. Ranieri e Pioli hanno le qualità che servirebbero adesso

Stefano Agresti

Giornalista

8 giugno - 08:24 - MILANO

Spalletti è un allenatore preparatissimo: ha idee, conoscenze, intuizioni. Non a caso alcune sue squadre ci hanno entusiasmato, per i risultati e ancora di più per il calcio che ci hanno mostrato: una certa Udinese, la Roma con Totti centravanti, ovviamente il Napoli campione d’Italia che era un capolavoro. Ha sempre cercato il successo attraverso l’estetica e non a prescindere da questa: quando è riuscito a trasmettere i suoi pensieri alle squadre che gli hanno affidato, sono sbocciate creature splendide. 

ALLENATORE E CT, RUOLI DIVERSI

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Non è detto però che un grande tecnico sia anche un bravo commissario tecnico. Un conto è allenare, un altro è selezionare; un conto è poter lavorare con un gruppo tante ore tutti i giorni, un altro è dover scegliere calciatori allenati da altri, abituati a moduli e metodi diversi, e calarli dentro i propri schemi. E poi un ct deve avere un carattere speciale, non rigido, non divisivo, ed essere pronto, quando occorre, a mettere da parte l’orgoglio e a dimenticare qualche screzio. Forse dobbiamo prendere atto – risultati alla mano – che Spalletti non è adatto a quel ruolo.

MONDIALE AD OGNI COSTO

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La partecipazione dell’Italia ai Mondiali del 2026 è imprescindibile. Se aumentano le squadre ammesse (da 32 a 48 in totale, mentre le europee passano da 13 a 16) e noi continuiamo a rimanere fuori, significa che siamo finiti ai confini del calcio che conta. E non possiamo permettercelo, considerata la passione della gente e la storia della Nazionale azzurra. Il guaio è che la qualificazione al torneo americano del prossimo anno è appesa a un filo. O forse, meglio, a un playoff. Per carità, si può anche sperare di strappare il primo posto nel girone alla Norvegia, ma servirebbe un percorso davvero virtuoso: vincere sempre, segnare tanto, subire pochissimo. È in grado questa Italia confusa, stanca e malguidata di ottenere una serie di risultati del genere? Ne dubitiamo. Che si tratti di arrivare al Mondiale direttamente o attraverso gli spareggi, comunque, conta poco. Deve essere invece chiaro a tutti, a cominciare dalla Federcalcio, che bisogna essere pronti a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere l’obiettivo. Anche a cambiare commissario tecnico, se necessario.

bilancio negativo

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Spalletti non è quasi mai riuscito a trasmettere le sue idee all’Italia. Le partite davvero convincenti sono state poche, l’Europeo è stato pessimo, la sconfitta di Oslo è stata umiliante. Ha preso la Nazionale in corsa a causa della fuga di Mancini verso l’Arabia e all’inizio non ha avuto tempo, ma ha ormai in mano gli azzurri da quasi due anni e non si vede niente del suo calcio. Certo, non abbiamo un gruppo di fenomeni, però i nostri giocatori sono migliori di come spesso vengono raccontati. Possibile che non si riesca a fare meglio degli scempi che abbiamo visto nelle due partite chiave della gestione Spalletti, contro Svizzera e Norvegia? Per di più, nel momento delle difficoltà, sono emerse anche le spigolosità di carattere del ct, che lo hanno portato a rompere con giocatori che sarebbero stati preziosissimi. Non entriamo qui nella vicenda Acerbi – continuiamo a pensare che sia inaccettabile il rifiuto alla convocazione azzurra – ma è inspiegabile il motivo che ha portato, ad esempio, all’esclusione di Romagnoli e soprattutto Mancini per la trasferta di Oslo. Siamo andati a sfidare Haaland con una difesa a pezzi: il debuttante Coppola, l’adattato Di Lorenzo, lo stremato Bastoni, l’infortunato Gatti, perfino Rugani che nell’Ajax è stato titolare in 7 partite su 34 di campionato. Vecchi screzi e incomprensioni personali non possono essere messi al di sopra degli interessi della Nazionale. Mai. 

ALTERNATIVE: RANIERI E PIOLI

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Nelle ore successive alla disfatta di Oslo, moltissimi tifosi hanno invocato Ranieri come possibile salvatore della patria: un consenso trasversale che prescinde dalla fede calcistica (nel sondaggio che abbiamo lanciato su Gazzetta.it, al quale hanno partecipato decine di migliaia di utenti, il 95% auspica il suo arrivo al posto di Spalletti). Ranieri è legato alla Roma, ovviamente la sua candidatura dovrebbe avere il consenso dei proprietari del club giallorosso. In alternativa c’è Pioli. Entrambi, Ranieri e Pioli, hanno le qualità che occorrono in un momento del genere, quasi drammatico dal punto di vista sportivo: lucidità e buon senso. Solo con queste l’Italia può andare ai Mondiali. E ai Mondiali l’Italia deve andare.

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