Inter, così è un incubo! Doué show, manita del Psg. Prima Champions per i parigini

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I nerazzurri vengono travolti dalla squadra di Luis Enrique, che segna due gol nei primi 20'. Gli uomini di Inzaghi mai in partita, decisivo l'attaccante autore di una doppietta

dal nostro inviato Francesco Pietrella

31 maggio 2025 (modifica alle 22:59) - MONACO DI BAVIERA (GERMANIA)

Pianta la bandiera, Luis. Piantala a centrocampo come se le mani su quell'asta fossero ancora quattro, le tue e di Xana, chiudendo gli occhi e immaginando che sia lì con te. Il Psg esagera. Cinque gol a un'Inter irriconoscibile, prima Champions della storia, Triplete e promessa mantenuta da Luis: festeggiare in mezzo al campo, con la bandiera, per ricordare la figlia che non c’è più da cinque anni. Una finale vinta dominando e allestendo calcio in ogni reparto, da una difesa di ferro a tre punte da chapeau. Quattro i men of the match: Hakimi, Kvara, Mayulu e Doué (doppietta). Il 3 giugno il golden boy di Angers festeggerà vent'anni da campione d’Europa. Luis Enrique sfilerà sugli Champs-Élysées come il secondo allenatore della storia a vincere il Triplete con due squadre diverse dopo Guardiola. Inzaghi lascia Monaco sconfitto e con la consapevolezza di aver chiuso un ciclo, arrivato a giocarsi due finali di Champions in tre anni. Una mazzata senz’alibi.

psg, partenza fortissima

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Ci si chiederà a lungo quale sia stata la kryptonite che ha paralizzato un'Inter irriconoscibile fin dai primi dribbling dell'accoppiata Kvara-Doué, che in italiano si traduce con "dotato". Nomen omen. L'arma tattica di Luis Enrique è il ragazzo col dieci, l'alter ego di Mbappè uscito dal cono d’ombra dopo il suo adieu. A Dembelè - 33 gol in stagione - viene data un'indicazione: azzannare i piedi del costruttore Sommer, prima fonte di gioco. E ci riesce. Acerbi e compagni fanno fatica a uscire in rapidità e soffrono l'avanzata delle pressanti truppe parigine. Dopo dieci minuti, la banda Luis Enrique passa con un gol... alla Luis: fraseggio stretto, imbucata e rete facile facile davanti alla porta. Ode alla costruzione: suggerimento di Vitinha tra le linee, assist di Doué e piattone a porta vuota dell’ex Hakimi, che punge l'Inter, non esulta e si scusa. Dimarco da tirata d’orecchie qui, reo di non essere salito in tempo e aver lasciato in gioco l'esterno marocchino.

il tracollo nerazzurro

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Il Psg viaggia a un ritmo più alto e spedisce l'Inter alle corde col suo gioco ragionato, una difesa di ferro e una serie di montanti. Il secondo arriva dritto su un volto stanco e ha il sorriso beffardo del ragazzino, Doué - "dotato", ricordate? -, che al 20' aggancia un pallone di petto e infila Sommer con il destro (aiutato da una deviazione di Dimarco). Qui la menzione d'onore va a Pacho, bravo ad avviare l'azione con un recupero su Barella. L'azzurro stava proteggendo la sfera per guadagnarsi l'angolo, ma il centrale ha infilato la gamba e innescato Kvara. L'unico affondo dell'Inter è un colpo di testa di Thuram finito alto, sugli sviluppi del solito angolo velenoso. Il primo tempo nerazzurro è da doccia gelata per svegliarsi, soprattutto i leader: Barella, Lautaro, Thuram, Calhanoglu, Dimarco, Mkhitaryan. Tutti paralizzati. Il dato è curioso: l'Inter era stata in svantaggio in tutta la Champions per soli 17 minuti. In un tempo ha incassato due gol uno dopo l'altro.

i cambi di inzaghi non convincono

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Le carte di Inzaghi non convincono: nei primi 15' della ripresa, sul 2-0, manda in campo quattro difensori: Bisseck, Zalewski, Darmian e Carlos Augusto. Il tedesco dura sei minuti ed esce per infortunio. Al 63' - il minuto del 3-0 di Doué - l'Inter ha in campo quattro terzini. Il tris dei francesi è la consacrazione dell’anti-Yamal, capace di infilare di nuovo Sommer con il destro e chiudere una partita senza storia. Una doppietta in finale di Champions lo proietta in un pantheon di enfant prodige davvero ristretto. A chiudere i giochi ci pensa Kvara (73'), che infila il 4-0 col sinistro facendo piangere gli interisti di tutte le età. Nel finale, Gigio si toglie lo sfizio di mettere i guantoni sul match neutralizzando un destro di Thuram. Il colpo di mannaia è di Mayulu: 5-0 a quattro minuti dalla fine. Una finale di Champions non era mai finita così. Per l'Inter è la peggior partita dell'anno - e della storia? - nella partita più importante di tutta la stagione, dopo aver perso scudetto, Coppa Italia e Supercoppa. Un crollo verticale, totale e netto di personalità dopo Bayern e Barcellona. La consapevolezza che qualcosa si sia rotto e sia finito stasera. Il temuto numero zero alla voce titoli (al netto del Mondiale per Club). A marzo, dopo il Feyenoord, Inzaghi alzò tre dita per indicare il "treble". Gli è rimasto solo il pugno.

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