Una riduzione complessiva di 30 milioni in tre anni del finanziamento alla Rai derivante dal canone di abbonamento per esercizi pubblici e commerciali e professionisti. Lo prevede una riformulazione di un emendamento parlamentare alla manovra.
Viene stabilito che dal primo gennaio 2026 "le entrate versate a titolo di abbonamento alle radioaudizioni" vengano destinate, "al netto della somma di 110 milioni di euro annui", alla Rai. Viene inoltre stabilito che queste risorse vengano "ridotte di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026, 2027 e 2028".
Conseguentemente la Rai, ferme restando le misure di razionalizzazione dei costi per consulenze esterne previste per il 2025 dalla scorsa legge di bilancio, dovrà promuovere "l'adozione di misure di razionalizzazione" per il triennio, "dei costi di funzionamento e di gestione". La riformulazione abroga quindi un comma di una legge di bilancio del 2020 che destinava le entrate dal canone di abbonamento alle radioaudizioni per una quota di 110 milioni di euro annui al Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e per la restante quota alla Rai.
Il taglio sulle tv locali 'intollerabile', parere contrario del Mimit
Il Mimit ha espresso parare contrario all'emendamento che taglia le risorse per le tv locali, ritenendo la riduzione 'intollerabile'. E' quanto apprenda l'ANSA da fonti del Ministero delle Imprese de del Made in Italy. Sull' emendamento alla Legge di Bilancio che prevede un taglio di 20 milioni di euro annui alle risorse destinate all'emittenza radiofonica e televisiva locale per il triennio 2026-2028 - spiegano le fonti - il ministero ha espresso da sempre, fin dalle fasi istruttorie, la propria ferma contrarietà alla proposta ritenendo il taglio 'intollerabile'. Tale contrarietà - si sottolinea - è stata coerentemente ribadita anche nelle scorse ore, in sede di riformulazione dell'emendamento, sul quale l'ufficio legislativo del dicastero ha prontamente espresso parere contrario.
La soglia Isee per la prima casa sale a 120mila euro
Innalzare da 91.500 euro a 120mila euro la soglia di esclusione della casa di abitazione ai fini del calcolo Isee: lo chiede un emendamento riformulato alla manovra, limitando però l'innalzamento ai "nuclei familiari residenti nelle città metropolitane". La proposta di modifica sarà messa ai voti la prossima settimana.
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