Il ritorno di Tyson Fury: trilogia con Usyk e dream match contro Joshua? "Sto valutando"

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Il pugile britannico è diventato ambasciatore di Make Boxing Great Again, progetto ambizioso lanciato dall'IBA, che punta a una nuova età dell'oro del pugilato. Poi, parlando con la Gazzetta, fa capire che è tutto pronto per il suo rientro sul ring

Giacomo Iacomino

3 luglio - 19:16 - ISTANBUL (TURCHIA)

Tyson Fury ha davanti a sé una tazza di caffè americano e una coca sulla terrazza del Rixos Tersane Hotel di Istanbul. Firma autografi. Sorride con tutti. Al suo tavolo, dov'è seduto assieme al suo entourage, arrivano in ordine sparso zuppa di lenticchie, pizze con tartufo grattuggiato, hummus, una specie di insalata russa, un piatto pieno di riso e tanta frutta. Siamo proprio seduti lì accanto. Non osservare la scena è impossibile. Un membro del suo staff se ne accorge: "Volete favorire?". "No grazie, ma è interessante vedere cosa mangia Tyson". Lui ride. Poi risponde: "Everything".

Make Boxing Great Again, fury ambasciatore 

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Sono le tre del pomeriggio. Un paio d'ore prima il pugile inglese, tra i più forti di ogni epoca, ufficialmente ritiratosi a gennaio 2025 dopo aver vinto tutto in 16 anni di attività, aveva appena gridato: "Show me the money! I'm available!". L'occasione, la conferenza stampa che in un modo o in un altro entrerà nella storia. Make Boxing Great Again. Questo il messaggio firmato IBA, l'associazione internazionale di pugilato dal 2020 presieduta dal moscovita Umar Kremlev. C'era tutta la stampa mondiale, con "La Gazzetta dello Sport" unico media italiano presente. "La boxe tornerà a essere sulla bocca di tutti, la gente parlerà di noi, nei bar, in tv, ovunque", promette Kremlev. Che poi aggiunge: "La Russia continuerà a essere il centro nevralgico di questo sport, e lo sarà per sempre". Trecento milioni di dollari americani. Ecco quanto è stato investito fino a questo momento. "E non abbiamo bisogno di sponsor - prosegue il presidente IBA -. Abbiamo abbastanza risorse. Con i nostri eventi ne arriveranno altre". Mica per niente è un panel stellare quello presente alla conferenza stampa. Con Tyson Fury, tra gli altri, c'è Terence Crawford, altra icona della boxe, Naomi Campbell, madrina, la pugile del Bangladesh Zinnat Ferdous e Rasheda Ali, figlia di Muhammad Ali.

fury e la trilogia con usyk

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"Show me the money". Mostratemi quanto siete disposti a spendere. "I'm available". Sono disponibile. Tyson Fury conferma le voci che girano su di lui. Tornerà a combattere, come poi annunciato su Instagram: "18 aprile 2026, stadio di Wembley: trilogy", in riferimento al terzo incontro con Oleksandr Usyk. Gamba accavallata, abito bianco tempestato da piccole corone d'oro, d'altronde il suo soprannome è Gipsy King per le sue origini nomadi. Più tardi, mentre aspetta il pranzo, aggiunge in esclusiva, al nostro microfono: "Sto valutando. Penso che tra ottobre a dicembre succederà qualcosa. Ho delle proposte sul tavolo, mi sono preso del tempo per decidere. Boxe sì, ma non soltanto". In conferenza ha escluso la Mma con una battuta: "Se mi offrono 500 milioni, perché no?". In passato ha avuto uno stint anche in Wwe, il wrestling americano. Glielo domandiamo, l'espressione cambia: "Potrebbe essere, perché no". Anche un membro del suo team ci conferma il ritorno: "He's coming back... Very soon". Poi aggiunge: "E sapete chi saranno i suoi avversari? L'ucraino Oleksandr Usyk e l'inglese Anthony Joshua, tanto per cominciare". Tradotto: rivincita contro l'uomo che lo ha battuto due volte, sconfitte che ancora non fanno dormire Fury per sua stessa ammissione, e un dream match contro uno dei combattenti inglesi più forti di sempre.

Make Boxing Great Again: un ritorno alle origini

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E così di questa nuova età dell'oro firmata IBA The Gipsy King sarà l'ambasciatore. "I bring the heat. I bring the charisma. I bring the personality, the voice and good looks. I'm sexiness". E poi conclude: "Lo vedrai, nei prossimi 30 o 40 anni non si farà altro che pensare a questa Golden Era". Ambasciatore di un progetto ambizioso, che in qualche modo va controcorrente. Nel periodo in cui lo sport scommette sul futuro con la tecnologia, la boxe della IBA guarda invece al passato e torna alle origini, lanciando la competizione a mani nude: Bare-knuckle boxing. Niente droni. Niente Var. Niente guantoni. Solo tecnica, sangue, contatto, quello vero. Come nell'antica Grecia. Mentre altri innovano con chip e replay, la boxe IBA riscopre la pelle viva. Nessuna protezione. Pugni. E basta. Fury non fa una grinza: "Con la giusta supervisione, è una grande aggiunta allo sport". Una supervisione da 25 milioni di euro secondo il presidente Kramlev, un fiume in piena: "Tanto ammonta il montepremi per questi atleti su progetto triennale". Un passaggio importante. Che ha avvicinato alla IBA la stessa Rasheda Ali. "La missione è quella di costruire un ambiente in cui gli atleti possano prosperare - spiega Kremlev -. Dobbiamo creare le condizioni in cui una madre che manda suo figlio alla boxe possa sentirsi sicura del suo futuro. Stiamo costruendo un ecosistema. Gli atleti non sono nostri dipendenti. Noi li sosteniamo e per loro stiamo pianificando grandi eventi, con grandi ricompense".

Kremlev e la nuova stoccata a khelif

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A Dubai nel 2026 si terrà il campionato mondiale. La Serbia sarà il primo paese europeo a ospitare la Golden Era. Si farà qualcosa di importante anche in Messico e Sud Africa mentre "l'Arabia Saudita sarà la culla dove far crescere la disciplina tra i più giovani". Già, l'Arabia, paese che già gode della benedizione di Tyson Fury per aver offerto ai pugili, in un momento di popolarità minore per la boxe, le borse più alte della storia: "Hanno fatto tantissimo per questo sport. A loro devo e dobbiamo davvero molto. Sarei onorato se si tornasse a lavorare assieme". La conferenza stampa si conclude con Bob Morrow, americano, e Khasan Yousefi, iraniano, che salgono sul palco. Si stringono la mano. Posano per i fotografi. Presto combatteranno uno contro l'altro. Kremlev, soddisfatto, conclude: "Il nostro è un messaggio di pace. Nessun altro sport lo dichiara così chiaramente. Il mio obiettivo è portare sul ring anche un russo contro un ucraino e un palestinese assieme a un israeliano. Lo sport è uno dei mezzi più potenti che abbiamo per veicolare il giusto messaggio, proprio come Muhammad Ali una volta ha combattuto per ciò che credeva". Prima di salutare però si toglie un ultimo sassolino dalla scarpa e invia nuovi segnali ostili al Cio, il comitato Olimpico: "Imane Khelif deve chiedere scusa e restituire la medaglia", parlando della pugile algerina medaglia d'oro alle ultime Olimpiadi, ancora al centro della controversia legata alla sua eleggibilità di genere nelle competizioni femminili.

tyson fury e il suo match preferito

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E Fury? Lo salutiamo con un'ultima domanda. "Il mio match preferito di sempre? Probabilmente il secondo contro Wilder, febbraio 2020. Il primo incontro finì in pareggio. Eravamo imbattuti. Vinsi per ko tecnico. Era tanto tempo fa". Potrebbe accadere ancora. The Gipsy King si prepara a tornare. E a prendersi tutto. O come dicono quelli del suo staff: "Everything".

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