Ai neroverdi ha già segnato 10 gol: è la sua vittima preferita. I granata cercano punti pesanti
21 dicembre - 10:24 - TORINO
Mostra i muscoli, il Toro, e ci mette fisico, stazza e un pensiero unico. La presenza è quella del capitano, di un Duvan Zapata che tra qualche ora guiderà nella prima linea l’assalto al Sassuolo. E poi ci sono le ambizioni e la determinazione del nuovo Toro nato con il Petrachi-bis, che punta a dare continuità alla vittoria casalinga sulla Cremonese. Da ieri sera i granata sono nel ritiro alle porte di Reggio Emilia con un chiodo fisso: dare una bella spallata e allungare il passo in classifica. C’è qualcosa di diverso, anche di unico, in questo viaggio in Emilia: per la prima volta, Baroni ha tutto il reparto d’attacco. E allora, la formazione non dipenderà più dagli infortuni. Questo è tempo di scelte: dopo la rifinitura di ieri a Torino, filtra una decisione importante.
Il ritorno del re
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Al Mapei Stadium il Toro si costruirà sulle spalle di Zapata. Il capitano giocherà la terza partita consecutiva da titolare, dopo Milan e Cremonese. Oggi Duvan non sarà obbligatoriamente là davanti perché la coperta è corta, stavolta sarà una scelta dell’allenatore. D’altronde, il processo di crescita del centravanti del Toro viaggia spedito almeno da un mese abbondante. Nell’incrocio coi rossoneri, era tornato al gol dopo un’astinenza di quattordici mesi (causa infortunio e riabilitazione). I progressi mostrati nelle ultime uscite raccontano che Duvan ha un’ora abbondante di buon livello nelle gambe. È un valore importante, "trovarsi di fronte il nostro capitano è sempre un problema per i difensori avversari", aveva ricordato il presidente del Toro Urbano Cairo la settimana scorsa. Zapata è una risorsa per il Toro che cercherà di segnare gol e di non prenderli per dare seguito al clean-sheet contro la Cremonese. Duvan c’è, ecco il ritorno del re.
L’incubo
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La coincidenza offerta dal calendario, poi, è di quelle suggestive. Nella città del Tricolore Zapata tornerà a guardare negli occhi quel Sassuolo che è la sua vittima preferita. Gli emiliani sono gli unici, in Serie A, ai quali ha segnato dieci gol in carriera. Negli anni è diventato un autentico incubo per il Sassuolo. A confermarlo c’è anche l’ultimo precedente in casa dei neroverdi: 10 febbraio 2024, vantaggio di Pinamonti in avvio, quattro minuti dopo Duvan firma il definitivo 1-1.
Abbondanza
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Zapata si è costruito questo momento grazie a una determinazione incrollabile (sfidando anche la sofferenza quando il fisico non rispondeva). Ha cominciato a lavorare al tramonto della primavera, ha fatto sul serio dall’estate, da un mese si è riguadagnato un discreto standard atletico. Oggi Baroni ne premia i sacrifici, puntando sulla sua fame di gol e sul suo spiccato carisma. Lo preferirà agli altri quattro attaccanti che stanno tutti bene: Adams, Simeone, Ngonge e Njie. La sensazione è che a fargli da spalla ci sarà ancora Adams. E che, a partita in corsa, il palcoscenico potrebbe diventare del Cholito, di Ngonge o di Njie. Una bella abbondanza, dunque, per Baroni. Là davanti il Toro ha tutta la voglia di mostrare i muscoli e così, decisamente, può fare paura.







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