"In questi ultimi decenni, la crisi della fiducia nella Chiesa suscitata dagli abusi commessi da membri del clero, che ci riempiono di vergogna e ci richiamano all'umiltà, ci ha reso ancora più consapevoli dell'urgenza di una formazione integrale che assicuri la crescita e la maturità umana dei candidati al presbiterato, insieme con una ricca e solida vita spirituale".
E' quanto scrive papa Leone nella Lettera apostolica "Una fedeltà che genera futuro" redatta in occasione del 60/esimo Anniversario dei decreti Conciliari Optatam Totius e Presbyterorum Ordinis.
Nel documento papa Prevost sottolinea la centralità della "formazione", "centrale - afferma - anche per far fronte al fenomeno di coloro che, dopo qualche anno o anche dopo decenni, abbandonano il ministero. Questa dolorosa realtà, infatti, non è da interpretare solo in chiave giuridica, ma chiede di guardare con attenzione e compassione alla storia di questi fratelli e alle molteplici ragioni che hanno potuto condurli a una tale decisione. E la risposta da dare è anzitutto un rinnovato impegno formativo".
"Educato dal mistero che celebra nella liturgia, ogni sacerdote deve 'sparire perché rimanga Cristo' ", "per questo l'esposizione mediatica, l'uso dei social network e di tutti gli strumenti oggi disponibili va sempre valutato sapientemente, assumendo come paradigma del discernimento quello del servizio all'evangelizzazione: 'Tutto mi è lecito! Sì, ma non tutto giova'", scrive il Papa nella Lettera apostolica rivolta ai sacerdoti.
Nel testo aggiunge che "in ogni situazione, i presbiteri sono chiamati a dare una risposta efficace, tramite la testimonianza di una vita sobria e casta" mentre avverte che "nel nostro mondo contemporaneo, caratterizzato da ritmi incalzanti e dall'ansia di essere iperconnessi, sono almeno due le tentazioni che si insinuano contro la fedeltà a questa missione": "una mentalità efficientistica" e il "quietismo".
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