Il microbiota la nuova frontiera per capire malattie e ambiente

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Sono numerosissimi, in gran parte sconosciuti e silenziosi i microrganismi che convivono con il corpo umano, dalla pelle agli organi, senza danneggiarlo, tutti insieme costituiscono il microbiota e capire come questo insieme di microrganismi interagisce con l'uomo e con l'ambiente è la nuova sfida della ricerca alla quale l'Accademia dei Lincei ha dedicato un convegno. "C'è una co-evoluzione fra microbiota e organismi umani, come con le piante e gli animali, ma e un campo ancora più vasto fra tra batteri, funghi e rocce", ha detto all'ANSA Gennaro Melino, socio Linceo e direttore del dipartimento di Medicina sperimentale dell'Università di Roma Tor Vergata.

"Il microbiota è molto diverso da individuo a individuo, tanto che perfino nei gemelli identici è condiviso appena per il 23%", ha osservato l'esperto. "Sono invece costanti gli effetti sull'organismo, che si traducono in fenomeni fisiologici come la risposta glicemica post-prandiale. Il microbiota non influenza soltanto la fisiologia umana, ma quella di animali e piante e la sua varietà è enorme", ha aggiunto. Per esempio, sequenziando il Dna di batteri di una stessa specie ma che popolano ambienti diversi, si troverà una varietà mille volte maggiore rispetto a quella che ci aspetteremmo alla luce della microbiologia classica.

"Comprendere questa grande variabilità è essenziale per capire meglio la simbiosi fra i batteri e gli esseri umani", ha osservato Melino. E' un scambio complesso, "che va studiato e analizzato a livello molecolare per capire quali specie abbiamo nell'intestino, sulla pelle e gli organi interni". Questo, ha detto ancora, è importante per capire come il microbiota influenzi le malattie, a partire dai tumori. E' un campo di ricerca nuovo, presentato all'Accademia dei Lincei da Nicola Segata dell'Università di Trento e da Maria Rescigno dell'Humanitas. Importanti anche le conseguenze sul metabolismo. Dai risultati di queste ricerche si attendono anche future terapie.

Decifrare il linguaggio silenzioso che lega batteri ed esseri umani è l'obiettivo del progetto condotto da Noah Palm della Yale University School of Medicine, che ai Lincei ha presentato una prima mappa di questo ambito finora inesplorato.

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