(di Valentina Maresca)
(ANSAmed) - ROMA, 07 NOV - Il MedFilm Festival ha scelto di
assegnare il Premio Koinè della sua XXXI edizione ad Aya Ashour,
Fatena Mohanna e Alhassan Selmi, tre cittadini palestinesi che
hanno fornito, ciascuno con i propri mezzi, testimonianza dalla
martoriata Gaza. Il premio, consegnato dal giornalista e
conduttore di 'Presadiretta' Riccardo Iacona, è stato ritirato a
Roma dalla sola Ashour, in Italia dallo scorso 27 giugno e
attualmente ricercatrice all'Università per stranieri di Siena,
mentre Mohanna e Selmi sono ancora a Gaza.
"Quando ho iniziato a scrivere per il Fatto Quotidiano non
avrei mai pensato di ricevere un premio", ha esordito
riferendosi alla sua collaborazione con la testata iniziata a
ottobre 2023 e dedicando il premio a un'amica e ai giornalisti
uccisi a Gaza "per aver deciso di non nascondere la verità al
mondo". Ashour ha denunciato anche "l'uccisione di circa 200
palestinesi a Gaza" durante il cessate il fuoco e il cibo
spazzatura che dal suo inizio entra in città: "Israele afferma
che a Gaza arrivano aiuti umanitari, ma c'è solo cibo spazzatura
come quello in scatola. Non ci sono frutta e verdura fresche né
carne, ed è un altro modo che Israele ha per uccidere i
palestinesi, mostrando però al mondo che prendiamo peso".
Operatrice umanitaria con Save the Children e Médecins du
Monde - Svizzera, Ashour ha inoltre manifestato la sua volontà
di tornare nella sua città e i propri dubbi in merito: "Non so
se sarà possibile, perché tra gli obiettivi di Israele c'è
l'assenza dei palestinesi in quella terra".
Gli altri due premiati, Mohanna e Selmi, hanno risposto ad
ANSAmed da Gaza, dove documentano quanto accade rispettivamente
con la fotografia e il reportage. "La fotografia si è
trasformata in una forma di attivismo, non in senso politico ma
umano", ha spiegato Mohanna. "Volevo mostrare al mondo che,
dietro ai titoli dei giornali, Gaza è piena di volti, risate,
resilienza e sogni che meritano di essere visti. Il nostro
popolo è fatto di persone che creano la vita dal nulla, anno
dopo anno, anche quando il mondo si rifiuta di permettergli di
vivere appieno. Questo spirito di vita e resistenza è ciò che
cerco di catturare in ogni immagine". Mohanna ha dedicato il
Premio Koinè, che ha definito "un omaggio alle voci di Gaza,
alla nostra resilienza, al nostro coraggio e alla nostra
incrollabile umanità" alla sua città, alla sua gente e "alla
memoria di mio padre, il cui amore, la cui fede e la cui forza
continuano a ispirare ogni mia foto", con l'auspicio che il suo
lavoro e quello degli altri due premiati "continui a far luce
sulla nostra umanità e a ispirare comprensione in tutto il
Mediterraneo e oltre".
Per i telespettatori di 'Presadiretta' non è nuovo il nome di
Alhassan Selmi, cui si devono diversi servizi giornalistici da
Gaza. "Abbiamo continuato a documentare quotidianamente
nonostante la mancanza di attrezzature efficienti", ha detto ad
ANSAmed con un appello: "Invito la comunità internazionale e
tutte le realtà di stampa a fare pressione su Israele affinché
consenta ai giornalisti stranieri di entrare nella Striscia di
Gaza per aiutarci a trasmettere la verità. La loro presenza ci
garantisce una maggiore protezione perché sono tutelati dai loro
Paesi e dal diritto internazionale che non è valido per noi
giornalisti palestinesi, trattati come facili bersagli. Più di
250 giornalisti sono stati uccisi a Gaza in meno di due anni,
eppure continuiamo la nostra copertura nonostante il pericolo".
Selmi ha dedicato il Premio Koinè ai colleghi giornalisti uccisi
per documentare i fatti "e alla grande artista italiana Marcella
Brancaforte, che non ha mai smesso di disegnare per chiedere la
fine di questa guerra ingiusta. Parlando il linguaggio dell'arte
e dell'anima, è stata la voce di coloro che non ne avevano una".
Per raccontare Gaza e la sua vita "nascosta dalla guerra,
dalla mancanza di informazioni, dall'impossibilità di entrare",
Iacona ha concluso che, da parte della redazione di
'Presadiretta', "l'idea è stata di dare voce proprio a questi
ragazzi che ci hanno potuto raccontare ad altezza d'uomo quello
che succedeva. Questo ha fatto la differenza". (ANSAmed).
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