Negli esseri umani la struttura del cranio si è evoluta più velocemente rispetto a tutte le altre specie di scimmie strettamente imparentate, probabilmente per effetto dei vantaggi evolutivi che derivano dall'avere un cervello più grosso e una faccia più piccola. E' quanto emerge dalla più dettagliata analisi comparativa di crani di primati in 3D, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B dai ricercatori dello University College di Londra.
Lo studio ha messo a confronto modelli virtuali tridimensionali dei crani di diverse specie moderne di primati, tra cui sette ominidi o 'grandi scimmie' (come umani, gorilla e scimpanzé) e nove specie di ilobatidi o 'scimmie minori' (come i gibboni), che si sono separati evolutivamente circa 20 milioni di anni fa.
Dai risultati è emerso che la maggior parte delle grandi scimmie ha facce grandi e proiettate in avanti con cervelli relativamente piccoli, mentre gli esseri umani hanno facce più piatte e teste grandi e rotonde. I gibboni, per certi versi simili agli esseri umani, hanno anch'essi facce relativamente piatte e una testa rotonda, ma un cervello molto più piccolo.
I ricercatori hanno utilizzato la lenta evoluzione e la bassa diversità degli ilobatidi come una sorta di controllo per confrontare la variazione nei crani degli ominidi. Hanno così scoperto che gli esseri umani sono cambiati circa il doppio di quanto ci si aspetterebbe se non ci fossero stati fattori aggiuntivi a favorire i cambiamenti. Secondo gli studiosi, i vantaggi evolutivi di una maggiore intelligenza, derivanti da cervelli più grandi e complessi, sono stati il motore principale della rapida evoluzione umana, ma anche i fattori sociali potrebbero aver influenzato i cambiamenti.
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