Il coraggio di Leao, la forza del Milan. E Allegri guarda da lassù le altre che fanno le coppe

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I rossoneri non erano primi da soli dal 2023-24, Leao si sblocca a San Siro dopo 512 giorni: Max aspetta il Pisa mentre Inter e Napoli si sfiancano in Europa

Pierfrancesco Archetti

Giornalista

20 ottobre - 07:49 - MILANO

Il successo del Milan profuma di speranza e di ambizione per Massimiliano Allegri, mentre la sua gente spalanca gli occhi di fronte a questo gruppo e di fronte al protagonista assoluto: Rafa Leao. I tre punti contano, eccome, e pazienza se è stata una vittoria spinosa, contestata e senza troppi show. Concedono la vetta solitaria, luogo privilegiato da dove guardare in settimana tutte le concorrenti impegnate in eurosfide che sfiancheranno i muscoli e limeranno le energie. Ma più che la vittoria con la Fiorentina sull’orlo del baratro, ciò che dà fiducia all’allenatore è aver mostrato una reazione da squadra unita nella sera più scivolosa, che presentava la possibilità di isolarsi al comando, ma pure il rischio di mancare l’occasione e non sentirsi all’altezza. Il Milan invece cresce quando subisce la rete della Fiorentina, che non merita l’ultimo posto.

Il doppio impegno pesa 

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Sembra quasi che Leao sia lì apposta per coprire tutte le incertezze precedenti e operare per reciderle. Rafa non segnava a San Siro, in campionato, da 512 giorni; l’entusiasmo per il destro del pari si tramuta in coraggio per impossessarsi del rigore decisivo e trasformarlo, lui che in partita non aveva mai calciato un penalty da rossonero. Il Milan non era primo da solo dall’ottava giornata del 2023-24: si sente forte e venerdì riceverà il Pisa, poi guarderà le sue rivali scontrarsi. Già, perché una settimana calda aspetta Napoli e Inter, che si vedranno sabato 25 ottobre, ma prima sono impegnate nelle trasferte di coppa. Le due favorite hanno stati d’animo diversi: Antonio Conte sta raccogliendo i cocci delle tre sconfitte consecutive in trasferta, Eindhoven sarà un altro banco di prova. Ci sarà un’altra formazione rabberciata, che non ricorda le soluzioni d’emergenza della passata stagione, perché i ruoli sono più coperti, ma è stato rivelato un abbassamento di qualità e anche di comprensione a Torino, dove gli assenti erano numerosi. Il livello di approssimazione sabato è arrivato in profondità, ha lasciato la superficie e non c’è stata la giocata risolvi-enigmi come in altre partite non esaltanti del Napoli. La coppa in un certo senso potrebbe anche aiutare a togliersi di dosso le angosce e Conte ordinerà ai magazzinieri di non portare in Olanda le scarpe da ballerina, come da sua spiegazione per l’inconsistenza della sua squadra di fronte ai granata ben disposti, ma nel bagaglio dovrà esserci la cattiveria nell’ultimo quarto di campo. Si è parlato tanto nella scorsa stagione delle settimane di riposo che il Napoli trascorreva quando le rivali erano impegnate invece in Europa. Adesso sul golfo è tornata una programmazione normale per un club di vertice, il ritmo incessante campionato-coppe, e dopo le prime due uscite i campioni d’Italia avevano battuto, non senza smagliature, Pisa e Genoa.

inter compatta, mentre bologna e como... 

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Quello con l’Inter sarà il primo scontro diretto post Champions, un duello fra le più accreditate pretendenti al titolo, e darà la dimensione delle possibilità del Napoli. Perché l’Inter dopo gli sbandamenti iniziali, con due sconfitte, si è rialzata, compatta, con orgoglio e qualità. La stanchezza mentale che il sistema di gestione inzaghiano aveva accentuato adesso sembra un ricordo, e nella reazione di alcuni protagonisti si capisce quanto fosse sfilacciato il rapporto con l’ex allenatore. Anche Chivu dovrà equilibrare le forze in settimana causa Champions, però è a punteggio pieno e il viaggio nella tana dell’Union SG sembra meno insidioso. Bonny e Esposito poi gli danno quelle garanzie che nella stagione scorsa mancavano. Nella giornata dei quattro 0-0 (finora), il Bologna si riaffaccia alla zona Champions dimostrando di non aver esaurito l’appetito degli ultimi tempi. Che il Como fosse in alto, ora è sesto, era una delle sentenze più gettonate dell’estate, ma la lezione di come essere squadra tenuta ieri alla Juve potrebbe anche innescare una serie di conseguenze inattese. Igor Tudor adesso ha Real Madrid e Lazio: mettendo a confronto i campionati ha un punto in meno di Thiago Motta alla stessa giornata, ma soprattutto la Juventus è confusa, inconsistente come un alito di vento e prigioniera del ridimensionamento, oltre che senza equilibrio nella composizione dei reparti. La prima sconfitta stagionale spiega meglio la penombra dei cinque pareggi consecutivi precedenti. Pensare che gli juventini invidino l’organizzazione e l’originalità del Como non è lesa maestà, ma soltanto la realtà.

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