
maledetti
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L'amara esistenza del calciatore inglese, il primo ad ammettere pubblicamente la sua bisessualità, incompreso dal suo mondo, che alla fine decise di suicidarsi di fronte all'accusa (falsa) di avere abusato di un minore negli Stati Uniti
Si sentiva sbagliato, inadeguato, fuori ruolo. Non soltanto in campo, anche se lì se la cavava abbastanza bene, ma nella vita. Nei primi anni Ottanta Justin Fashanu era tutto ciò che il mondo del calcio inglese, terribilmente conservatore e ipocrita, non accettava che fosse: un ragazzo di colore, cresciuto in un orfanotrofio dopo il divorzio dei genitori, dotato di un notevole talento e dichiaratamente omosessuale. Anzi, come ripeteva lui: bisessuale. Troppo in anticipo sui tempi. Inevitabile che finisse per vivere un'esistenza da maledetto, sempre ai margini del suo stesso ambiente, sempre rifiutato, sempre in cerca di comprensione e mai una volta che qualcuno gliela dimostrasse.