Hammers avanti a fine primo tempo col gol di Bowen, nella ripresa la rimonta dei Blues grazie al gol di Neto e all'autogol di Wan-Bissaka
dal nostro corrispondente Davide Chinellato
3 febbraio - 23:26 - LONDRA
Il lungo abbraccio di Enzo Maresca coi suoi collaboratori, quando l’arbitro a Stamford Bridge fischia la fine dopo 8 sofferti minuti di recupero, racconta quanto sia importante questo 2-1 in rimonta che il Chelsea strappa al West Ham. Vale il quarto posto solitario in classifica con 43 punti, davanti a Manchester City e Newcastle, ma vale soprattutto la convinzione che i Blues possano mettersi alle spalle il momento più complicato di questa loro stagione fin qui al di sopra delle attese. Non sono ancora tornati effervescenti come nelle prime 16 partite del 2024-25, quando i Blues erano saldi dietro al Liverpool nonostante Maresca continuasse a ripetere che non erano da titolo, ma almeno hanno vinto due partite di fila in casa e possono riprendere a marciare, soprattutto ora che il mercato è chiuso, che la rosa è stata ridotta e che i giocatori non sono più distratti da troppe voci. Ripartire è quello di cui avrebbe bisogno il West Ham, che resta a quota 27 in classifica: Graham Potter ha già dato alla squadra molta più personalità di quella che (non) aveva con Julen Lopetegui, ma per fare punti serve probabilmente quell’aiuto in attacco che il mercato ha portato sotto forma di Evan Ferguson.
le chiavi
—
La differenza l’ha fatta un autogol, ma il Chelsea ha meritato di vincere. Perché ha reagito con personalità al gol che il West Ham ha trovato con Bowen a fine primo tempo, trovando nella ripresa gli uomini giusti per riprendersi. A cominciare da Neto, che firmando il pari al 64’ si è trasformato in uno dei cambi azzeccati da Maresca. Poi la fortuna ha dato una mano, “guidando” sul palo un colpo di testa a porta vuota di Kudus e poi trasformandosi nel piedone di Wan-Bissaka che devia oltre Areola il cross di Cole Palmer diventato il decisivo 2-1. È lui, il glaciale numero 20, la chiave di tutto per il Chelsea: l’attacco si accende quando decide lui, i Blues diventano pericolosi quando lui cambia marcia. Soprattutto in questo momento in cui Nicolas Jackson ha smarrito la via del gol (l’astinenza del centravanti, che contro il West Ham ha lavorato bene per la squadra, è arrivata a 8 partite), creatività e pericolosità di Palmer sono ancora più importanti. Per gli Hammers la sconfitta brucia: nel primo tempo hanno concretizzato la miglior occasione avuta, nella ripresa non ci sono riusciti. Potter ha già fatto un gran lavoro, ma per cambiare definitivamente marcia c’è bisogno ancora di lavorare.
la partita
—
Primo tempo vivace a Stamford Bridge: è il West Ham a chiuderlo avanti, con Bowen che al 42’ approfitta di un errore di Colwill, messo sotto pressione da Kudus, per freddare Jørgensen col suo sesto gol stagionale. Il Chelsea riparte sotto 1-0 e Maresca chiede aiuto a Guiu e Neto, dentro per Jackson e Sancho, e poco dopo a Nkunku e Gusto, dentro per Madueke e James. La mossa funziona perché al 64’ Neto confeziona il pareggio, riprendendo una respinta di Coufal su tiro di Fernandez da centro area. Il West Ham al 70’ prende un clamoroso palo con Kudus, che centra il legno solo di testa in area, poi al 74’ va sotto quando Wan-Bissaka devia imparabilmente alle spalle di Areola un tiro-cross di Palmer. Il West Ham ci prova anche per tutti gli 8’ di recupero, ma il risultato non cambia più.