Il caldo come alleato contro il dolore: quando aiuta e quando è rischioso

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L'estate fa sparire magicamente alcuni dolori. Ma il caldo può anche avere controindicazioni. Ecco come prevenirle

Eugenio Spagnuolo

25 luglio - 18:18 - MILANO

Il termometro segna 35 gradi all'ombra e quel fastidioso mal di schiena che ci accompagna da giorni sembra improvvisamente più sopportabile. Non è auto-suggestione: il calore può davvero essere un alleato nella gestione del dolore. E chi soffre di fastidi muscolari o articolari, non di rado, trova sollievo proprio nei mesi più caldi dell'anno. Ma quando l'estate porta con sé temperature molto elevate, questa benedizione naturale può trasformarsi in un'arma a doppio taglio. "Il calore è utile in estate per alleviare certi tipi di dolore, specialmente quello osteomuscolare e articolare" spiega Luis Miguel Torres Morera, presidente della Società Spagnola Multidisciplinare del Dolore, in un'intervista a Europa Press. "Ma bisogna prestare attenzione alle alte temperature ambientali per evitare rischi come colpi di calore o cali di pressione. La chiave sta nel sapere quando e come applicarlo in sicurezza". 

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Caldo e dolori: lo studio

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 Che la temperatura esterna influenzi davvero il dolore cronico ha un fondamento scientifico. Uno studio recente, condotto da ricercatori della New York University Langone Health (USA), ha confermato che, in generale, il caldo aiuta a rilassare i muscoli e migliorare la circolazione, offrendo un sollievo temporaneo soprattutto nei dolori muscolari o articolari: i pazienti con osteoartrite spesso riferiscono una diminuzione della rigidità associati a temperature più alte e a una minore umidità. Inoltre, secondo Torres, un altro dei vantaggi del caldo estivo è che rende più accessibili e invitanti le terapie acquatiche. E l'acqua permette movimenti che altrimenti risulterebbero dolorosi, sostenendo il corpo e offrendo un sollievo naturale senza i rischi del surriscaldamento.

Attenzione al calore su calore 

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D'altro canto, è anche vero che il caldo intenso può aumentare il disagio o la sensazione di stanchezza. E attenzione a non aggiungere fonti di calore al caldo già presente: "Il calore eccessivo può causare cali di pressione, vertigini, disidratazione o persino colpi di calore, specialmente negli anziani o chi soffre di malattie croniche o cardiovascolari", avverte l'esperto. "È anche controindicato se ci sono infezioni, infiammazioni acute o ferite aperte".

Nel caso, ci sono regole precise per chi volesse usare fonti di calore aggiuntive (dalla sauna ai cerotti termici): "Usare il calore supplementare in sessioni brevi, massimo 15 minuti, preferibilmente in spazi freschi e ben ventilati. Evitare l'uso nelle ore più calde del giorno. Non applicare mai il calore direttamente sulla pelle, sempre proteggere con un panno. Mantenersi ben idratati. E interrompere l'applicazione se si avvertono vertigini, sudorazione eccessiva o malessere".

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Last but not least, anche d'estate, non va sottovalutato il potere del freddo che resta più indicato per trattare il dolore in presenza di infiammazione o edema: "Ad esempio - conclude Torres Morera - dopo una distorsione, una tendinite acuta, o dopo un intervento chirurgico o un trauma. Il freddo aiuta a ridurre l'infiammazione, il rossore e la sensazione di calore localizzato. E può anche alleviare la cefalea tensiva o alcuni dolori neuropatici".

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