L'azzurra figlia d'arte: "Mamma sportivamente è un mito, al suo 7.11 non ci penso"
Un viaggio in aereo Palermo-Roma-Firenze con tanto di problemi coi bagagli: il “giorno dopo” di Larissa Iapichino avrebbe potuto essere più semplice. "Altre soluzioni di volo sarebbero state più comode..." bofonchia una volta a destinazione. Ma l’impresa compiuta sabato nel capoluogo siciliano - muro dei sette metri nel salto in lungo abbattuto, con un 7.06 che profuma intensamente di futuro - è ben valsa qualche ora di disagio.
Perché proprio Palermo e un meeting non di primo piano per l’esordio stagionale all’aperto?
"Avevo fatto così anche lo scorso anno, cominciando con un 6.86. Era stata un’esperienza positiva e, in accordo col mio babbo allenatore, abbiamo voluto ripeterla. Con infinite grazie a Michele Basile (allenatore di lungo corso, anche di Simona La Mantia, campionessa europea indoor del triplo a Parigi 2011, ndr) e ad Antonino Trio (31enne lunghista azzurro da 7.96, ndr), organizzatori dell’evento, che di salti ne capiscono e che si fanno in quattro per offrire agli atleti le migliori condizioni possibili".
Le ha trovate?
"Poco prima del via della gara sono stati bravi a decidere di utilizzare la pedana nel consueto verso, benché in quel momento il vento soffiasse in senso contrario. Poi, pur rimanendo ballerino, si è assestato. Il mio 7.06 è arrivato con una brezza a favore di 1.3 metri al secondo, non +0.2 come riportato in un primo tempo. Cambia poco: sono certa che questo meeting acquisterà prestigio, facendo da volano a tutto il movimento regionale".
Dica la verità: si aspettava i 7 metri?
"Né sì, né no: non ci pensavo, nemmeno inconsciamente. Ho imparato a rimanere concentrata su me stessa, sulle mie sensazioni. In più non sarebbe questo il momento per ottenere certi risultati. Pensando ai Mondiali di Tokyo di settembre, mi attendono un lungo percorso di gare e diversi blocchi di allenamento. Quindi, ottimo segno: questa misura è una grande iniezione di fiducia".

Il muro infranto, psicologicamente, non la fa sentire meglio?
"Il babbo dice che tra 6.99 e 7.01 ci sono non più di due centimetri di differenza. Traslati su altre misure dicono nulla. Ed è vero: in tal senso si tratta solo di una pratica archiviata con naturalezza".
E in un altro?
"Provo un senso di sollievo: i 7 metri sono l’obiettivo di ogni saltatrice professionista, ti proiettano nell’olimpo della specialità. Chi è andato oltre, è leggenda. E la cosa mi emoziona".
Ora inseguirà i 7.11 del record italiano di mamma Fiona May?
"Non penso nemmeno a quelli: lei, per me, prima è mamma, poi l’ex atleta. Ma sportivamente la considero un mito: è strano esserle arrivata così vicina. Ho sognato certe prestazioni, toccarle con mano è diverso".
A Palermo cercava qualche risposta particolare?
"Ho avuto conferma che su velocità e forza ho fatto un bel salto di qualità. Non ho riscontri specifici, ma se sto bene lo avverto".

La rincorsa resta a 15 passi più preavvio?
"Prima delle indoor abbiamo provato ad allungarla, ma questa mi ha regalato il titolo agli Euroindoor e l’exploit di sabato. Perché modificarla?".
Fisicamente è cambiata?
"Oscillo sempre tra i 56 kg del peso forma e i 58 dei mesi invernali, quando si fanno volumi".
Come ha festeggiato?
"Con un’indimenticabile cassata al forno...".
In prospettiva, questo risultato cambia qualcosa?
"I programmi sono confermati: domenica 15 sarò a Stoccolma in Diamond League con l’olimpionica Davis e la Mihambo, a fine mese a Madrid per gli Europei a squadre, il 19 luglio a Londra, a inizio agosto agli Assoluti di Caorle, il 16 a Chorzow e poi, spero, a Zurigo per la finale del circuito. Dopo Madrid e Londra, mi aspettano altri cicli di carico".
Come stanno le sue rivali?
"I 7 metri sono alla portata di tante. E tante possono ambire alle medaglie importanti: venerdì la francese Kpatcha, a Kalamata, è atterrata a 7.02, e sabato, a Nairobi, la pressoché sconosciuta egiziana Owis a 6.94, anche se con vento a +2.4. Continueremo a sfidarci tutte in amicizia".
Peccato che il Golden Gala di venerdì non possa contemplare il lungo femminile...
"Una volta per uno: tocca a quello maschile e al triplo femminile. Sarò incollata alla tv a tifare per tutti gli azzurri".
Ha sentito Mattia Furlani?
"Sabato dopo le gare: ci siamo fatti i complimenti. Per Roma lo vedo bello carico... Come tutti i compagni del settore salti".

Gli esami alla facoltà di giurisprudenza, tra gare e allenamenti, possono aspettare?
"Tutt’altro: ne darò uno domani, ma sono talmente scaramantica che non voglio nemmeno citare la materia e altri due nel corso dell’estate. Come sempre è tutta una questione di organizzazione".