"I grandi sono stati piccoli, ma non se lo ricordano": Paolini e la lezione del Piccolo Principe

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Jasmine non è alta come le colleghe Gauff o Zheng, non è muscolosa e non è nemmeno una predestinata. Ma...

Luigi Garlando

Giornalista

17 maggio 2025 (modifica alle 09:18) - MILANO

Per capire la magia di Jasmine Paolini bisogna ascoltare la Volpe. No, non Jannik Sinner, la Volpe del Piccolo Principe: "Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi". Gli occhi vedono le statue muscolose del Foro Italico che hanno cosce poderose e toraci come querce. Lo sport è il regno di giganti del genere. Lo sport è il porto d’approdo dei predestinati come Jannik Sinner, 191 cm, 23 anni, che da bambino vinceva sugli sci come Tomba e da grande palleggia una pallina come Maradona; o come Coco Gauff, 175 cm, 22 anni, che a 15 giocava già un ottavo a Wimbledon. Gli occhi hanno visto Sinner spazzare via Casper Ruud con una brutalità sportiva impressionante e Gauff sbriciolare la resistenza della statuaria cinese Zheng, 178 cm, 22 anni. 

questione di cuore

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Ma serve il cuore per comprendere perché oggi, nella finale femminile degli Internazionali di Roma, ci sarà anche Jasmine Paolini, 158 cm, 29 anni, non giovanissima, né statuaria, né predestinata. Piccola anche nel cognome: un diminutivo. Solo il cuore riesce a intuire la forza del lavoro e della volontà, la potenza del sogno, la gioia del gioco che le trasmette leggerezza, la saggia accettazione dei propri limiti, la paziente attesa di una maturazione lenta. Il coraggio non si misura in centimetri. Il suo sorriso luminoso è la soddisfazione di una beffa: ha gabbato i buttafuori e si è infilata in una festa che le sembrava preclusa, tra i marmi muscolosi del Foro Italico. Jasmine dà forza e fiducia a chi teme di non farcela, anche fuori dal campo. Come dice la Volpe: "I grandi sono stati piccoli. Ma non se lo ricordano".

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