serie a noir
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Dalla deportazione nel lager alla rinascita con il Palermo, ma nel 1950 la guerra bussò ancora alla porta nella vita del terzino emiliano...
Èil 1950, la Seconda Guerra Mondiale è finita da cinque anni. L’Italia si fa largo tra le macerie, si scrolla di dosso la polvere e il dolore, riaccendendo il sistema economico e provando a ridarsi un’identità condivisa, ridisegnando la geografia delle alleanze, coltivando il sogno di un nuovo orizzonte verso cui andare. Ma la ferita del conflitto è nel vuoto da riempire di una generazione, nei ruderi distrutti dai bombardamenti che nelle città rimandano al recente passato, nel riposizionamento di chi stava dalla parte sbagliata della storia. E la scia lunga della guerra striscia ovunque nella quotidianità degli italiani, arrivando a lambire anche il territorio dello sport. Il 14 dicembre 1950 i familiari del calciatore Gino Giaroli - residenti a Reggio Emilia - ricevono a casa una raccomandata che dà contezza dell’arresto del loro figlio. L’accusa è infamante, e allo stesso tempo risuona da un tempo vicinissimo, eppure lontano. Gino Giaroli è stato arrestato per diserzione.










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