Il pilota della Ferrari ha scritto un messaggio social, annunciando il sostegno a tre organizzazioni attive nella crisi umanitaria. "Non possiamo permettere che continui. Se pensate di avere anche voi la possibilità di contribuire, vi sarei grato se vi uniste a me"
Alessandro Miglio
17 settembre 2025 (modifica alle 11:48) - MILANO
Un nuovo appello per Gaza, lanciato attraverso i suoi canali social. Questa è l’ultima iniziativa di Lewis Hamilton, che si è esposto ancora una volta su temi molto lontani dalla pista. In passato il britannico sette volte campione del mondo ha sostenuto il movimento Black Lives Matter, lottando contro il razzismo e la discriminazione, e si è schierato a difesa dell’ambiente, dei diritti umani e degli animali. "Non possiamo restare a guardare", ha scritto Hamilton. "La situazione a Gaza peggiora di giorno in giorno. Negli ultimi due anni, oltre il 10% della popolazione è stata uccisa o ferita, tra cui decine di migliaia di bambini, e questo numero è in continuo aumento. L'ultima incursione a Gaza City ha costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case, con gli ospedali di tutta la Striscia già sovraffollati da chi soffre la fame e dalle vittime dei bombardamenti che sembrano non finire mai. La commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite classifica ciò che sta accadendo a Gaza come genocidio. Come esseri umani, non possiamo restare a guardare e permettere che ciò continui. È difficile non sentirsi impotenti di fronte a una simile tragedia, ma non possiamo restare immobile senza fare nulla".
DONAZIONI
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Hamilton ha anche sottolineato di aver effettuato donazioni "a tre organizzazioni che lavorano incessantemente per aiutare chi ha bisogno. Se pensate di avere anche voi la possibilità di contribuire, vi sarei grato se vi uniste a me". Non è la prima volta che il pilota della Ferrari ha parlato della guerra in corso nella Striscia di Gaza. Nel marzo del 2024 il britannico ha chiesto la fine delle violenze e il rilascio degli ostaggi: "Invio il mio amore e sostegno a tutti coloro che in Palestina stanno trascorrendo questo periodo affrontando pericoli, perdite e crepacuore in un mese che è sacro per così tante persone nella regione, dobbiamo continuare a chiedere un cessate il fuoco permanente e la restituzione degli ostaggi in modo che le famiglie possano stare insieme ed essere libere dalla costante minaccia di distruzione e violenza. Cessate il fuoco adesso".