Con i suoi avanti 5-0, il componente dello staff si è commosso ricordando la consorte Raquel: "Le impronte che lascia sono magnifiche, fonte di ispirazione, non di sofferenza”
Oscar Maresca
2 giugno - 19:34 - MILANO
Al minuto 88 della finale di Champions tra Psg e Inter, subito dopo il 5-0 di Mayulu, le telecamere hanno inquadrato un collaboratore tecnico dei parigini in lacrime. Era in piedi, davanti alla panchina, da solo. Aveva gli occhi lucidi, non riusciva a trattenere l’emozione. Rafel Pol guardava il campo e piangeva. È lo storico vice allenatore di Luis Enrique, i due lavorano insieme dai tempi della Roma nel 2011. Oltre alla carriera, ai successi e ai trionfi condividono però un profondo dolore. Come il tecnico spagnolo, anche Pol ha dovuto affrontare un lutto: lo scorso novembre ha perso sua moglie Raquel. Luis Enrique aveva dedicato all’amico la vittoria contro l’Angers in Ligue 1: “Sono portavoce per tutti noi del Psg. Vogliamo dedicare questo risultato a Rafel, alla sua famiglia e alla famiglia di Raquel – aveva detto -. Il nostro sostegno più sincero e tutta la forza del mondo non mancheranno mai”.
da roma al psg
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Originario delle Baleari, Rafel Pol ha 38 anni ed è laureato in Scienze Motorie. Ha iniziato a collaborare con l’allenatore asturiano a Roma nel 2011 come preparatore atletico. Lo ha seguito nella successiva esperienza al Celta Vigo, poi anche al Barcellona e con la nazionale spagnola. Dal 2023 è diventato il vice di Luis Enrique nella nuova avventura al Psg. Da sempre è un sostenitore dell’applicazione della tecnologia al calcio: “Può sembrare strano, ma la prestazione di un giocatore in campo è paragonabile a quella di un astronauta in un viaggio nello spazio – aveva raccontato Pol ad aprile 2023 -. La capacità umana di rispondere alla pressione o a determinate condizioni non fa distinzioni tra specialità. La flessibilità è sempre necessaria, sia in campo che nello spazio”. Per il giovane vice allenatore del Psg, gli atleti non sono macchine: “Un calciatore è più un artista che un robot”.
dedica speciale
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Non solo chi gioca, pure chi resta in panchina è umano. Vive di emozioni, sentimenti, fragilità. Ecco spiegate le lacrime nel finale di partita all’Allianz Arena. Rafel Pol ha conquistato insieme al tecnico spagnolo molto in questi anni: due titoli in Liga con il Barcellona, tre Coppe di Spagna, due campionati vinti con il Psg e tanto altro. Il 38enne era in campo a festeggiare pure all’Olympiastadion di Berlino nel 2015, quando la piccola Xana sventolava la bandiera blaugrana accanto a suo padre Luis Enrique dopo la Champions vinta contro la Juventus. L’allenatore ha dedicato a lei, morta nel 2019, il trionfo contro l’Inter. Lassù, c’era anche un’altra anima ad applaudire: Raquel, moglie di Pol. “Sono infinitamente grato alla vita, per quanto possa sembrare ingiusta, per l'amore e il tempo che mi ha donato con lei – aveva scritto suo marito su Instagram a novembre -. La nostra realtà è scolpita nella memoria. Il passato non muore mai, non è nemmeno passato. Il presente non è altro che una raccolta di impronte. Quelle che Raquel lascia sono magnifiche, fonte di ispirazione, non di sofferenza”. Rafel le ha seguite fino all’ennesima vittoria. A Monaco di Baviera non era da solo.