Guazzini e Consonni di bronzo: bronzo nell'Americana ai Mondiali in Cile

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Dopo l’oro nel quartetto, le due olimpioniche sono ancora protagoniste. A febbraio avevano vinto l'argento europeo

Ciro Scognamiglio

Giornalista

26 ottobre - 00:30 - MILANO

Sul podio mondiale, un’altra volta. Bronzo nell’Americana, proprio la specialità della pista che le aveva viste d’oro poco più di un anno fa a Parigi 2024. Sono una garanzia Chiara Consonni e Vittoria Guazzini, un assegno circolare che pedala forte, fortissimo. Ai Mondiali di Santiago del Cile avevano già contribuito al titolo iridato dell’inseguimento a squadre, il secondo per entrambe, tre anni dopo. Stavolta hanno riformato la coppia che al velodromo francese di Saint-Quentin-en-Yvelines cantava a squarciagola l’inno di Mameli, dopo essere diventata l’immagine perfetta di uno dei dodici ori della spedizione azzurra. Il loro è un bronzo che vale in una gara combattutissima con tante cadute e colpi di scena, vedi il ritiro dell’Olanda quando era in testa. Oro alla Gran Bretagna, con 30 punti. Argento alla Francia, 24, e terze le nostre ragazze con 20.

coppia

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Chiara – pure lei finita a terra ieri, ma prontissima a risalire in sella - e Vittoria si completano alla perfezione, e pensare che a Parigi erano scese in pista assieme anche perché Elisa Balsamo non era arrivata al meglio a quell’appuntamento, a causa di un precedente infortunio. Consonni sa come farti sorridere pure nei momenti più difficili, eppure appena sale in sella mette in scena una determinazione feroce: è la sorella di Simone, il pesce-pilota su strada di Milan e olimpionico su pista con 3 medaglie a cinque cerchi già in salotto. Guazzini è la componente di sana follia che non può e non deve mancare, è lei stessa che si è autodefinita “Guazza la pazza”. Lo ha ricordato di recente pure Martina Fidanza, assieme a loro nel quartetto che a Parigi ha dovuto masticare amaro con il quarto posto, ma che a Los Angeles 2028 può sognare in grande. Che cosa vorreste avere dell’altra che non avete, chiedemmo a entrambe. Vittoria: "La invidio per il modo in cui affronta le cose. Al contrario di me, che mi arrovello il cervello, riesce a vivere tutto con più leggerezza, in senso positivo. Capisce il peso delle situazioni, e come affrontarle". Chiara: "Quando ci si mette, la determinazione. E la testa. Se fissa un obiettivo, dà l’anima. Nel ciclismo, e non solo nel ciclismo".

punto

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Quest’anno, all’Europeo in Belgio di febbraio, erano state d’argento. La loro era stata una gara d’attacco, molto coraggiosa, restando in ballo per il titolo continentale fino a poco prima dell’ultimo sprint, quando però le olandesi Van Belle e Van der Duin – sconfitte ai Giochi – avevano fatto la differenza. Al Mondiale in Danimarca dell’anno scorso, nell’immediato post-Olimpiade, avevano invece concluso al quinto posto: non serve altro per notare come ormai siano stabilmente tra le migliori, nonostante in due non superino i cinquant’anni.

regole

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L’Americana è chiamata anche Madison perché si disputava al Madison Square Garden di New York, uno dei templi del ciclismo su pista del 1900. Si può considerare una corsa a punti in cui le squadre sono delle coppie che ogni due giri si danno il cambio, per 30 chilometri (120 giri). Ogni 10 giri c’è una volata che assegna punti ai primi quattro: 5, 3, 2, 1 punti. Il dodicesimo e ultimo sprint ha punteggi doppi. Se una coppia guadagna un giro sulle altre (cioè attacca, va in fuga e riprende la coda del gruppo principale), guadagna 20 punti: è proprio in questo modo che le azzurre a Parigi vinsero l’oro, consacrandosi. Ogni Americana ha una storia diversa, lo si è appena visto pure in Cile: Chiara&Vittoria sanno, in ogni caso, come scrivere dei bei finali.

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