Giornalismo, dalla Scuola di Perugia una nuova policy sull'IA

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"L'intelligenza artificiale è ormai parte integrante del lavoro redazionale. Ignorarla o addirittura osteggiarla sarebbe un errore. Con regole chiare può rafforzare la qualità dell'informazione e il servizio all'interesse pubblico". Lo afferma Flavio Mucciante, presidente del Centro italiano di studi superiori per la formazione e l'aggiornamento in giornalismo radiotelevisivo, annunciando la nuova Policy sull'uso dell'Intelligenza Artificiale, adottata dalla Scuola di giornalismo di Ponte Felcino (PG), a poco più di un mese dall'approvazione della legge italiana sull'IA.
    L'obiettivo è quello di fornire agli allievi strumenti e regole per utilizzare le nuove tecnologie con consapevolezza, etica e trasparenza, nel pieno rispetto della deontologia professionale, del diritto d'autore e della normativa in materia di protezione dei dati personali.
    La Scuola di Giornalismo di Ponte Felcino, che annovera tra i soci la Rai, l'Università di Perugia e l'Ordine nazionale dei giornalisti, riconosce l'IA come uno strumento utile per migliorare efficienza, accessibilità e precisione nel lavoro redazionale ma ribadisce che nessun modello potrà mai sostituire il giudizio umano, la verifica delle fonti e la responsabilità editoriale.
    La Policy, curata dal tutor della Scuola Nicola Mechelli, stabilisce che l'IA può essere impiegata per velocizzare compiti tecnici (trascrizioni, riassunti, traduzioni, analisi testuali);esplorare registri e generi di scrittura; migliorare la chiarezza e l'inclusione dei contenuti. Ma in tutti i casi gli allievi devono comunicare in modo trasparente l'uso degli strumenti di IA e specificare quando il loro contributo ha inciso sul prodotto finale, attraverso note di accompagnamento o etichette visibili ("contenuto realizzato con il supporto di strumenti di IA").

La Scuola vieta espressamente l'uso dell'IA per attività che compromettano l'integrità del lavoro giornalistico, come: generazione o manipolazione di contenuti (testi, immagini, audio, video); creazione di deepfake o citazioni inventate; ghostwriting integrale di articoli informativi; trattazione di temi sensibili (giustizia, salute, minori) senza supervisione. Va sempre ricordato - precisa Mucciante - che " l'IA non è di per sé una fonte e che ogni informazione derivante da sistemi automatizzati deve essere verificata con fonti indipendenti e documenti primari".
    La Policy recepisce i principi fondamentali del Gdpr, il regolamento sulla privacy dell'Unione Europea, vietando l'inserimento nei sistemi di IA di dati personali o riservati del Centro e dei suoi allievi. Ogni utilizzo di dati deve avere una base giuridica chiara, rispettare i principi di necessità e trasparenza, prevedere la supervisione umana in ogni fase del trattamento. Si tratta di un documento dinamico, destinato ad essere aggiornato periodicamente per adattarsi all'evoluzione degli scenari e della professione giornalistica.
    "Le redazioni del futuro - afferma Mucciante - avranno bisogno di professionisti che parlino due linguaggi: quello della tecnologia e quello della società. In un'epoca, in cui gli algoritmi tendono a chiudere le persone in "bolle informative" i giornalisti sono chiamati sempre di più a garantire verità e comprensibilità dei fatti, utilizzando anche l'intelligenza artificiale per ampliare il perimetro della conoscenza". 
   

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