Non è solo un documento legale, che stabilisce come verrà amministrata la società ora che il suo fondatore è scomparso, ma un testamento stilistico quello lasciato da Giorgio Armani che, nelle sue ultime volontà, ha stilato i 'principi fondanti' dell'azienda da lui creata cinquant'anni fa.
Gestione delle attività in modo etico, con integrità morale e di correttezza; priorità allo sviluppo continuo e globale del nome "Armani"; attenzione a innovazione, eccellenza, qualità, ricercatezza del prodotto; ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato. Queste le raccomandazioni lasciate da 'Re Giorgio' ai suoi successori.
"Nei prossimi giorni, con la lettura attenta dei documenti e con la pubblicazione del nuovo statuto della società, si chiariranno meglio gli ultimi aspetti delle volontà del signor Armani, ma sin d'ora - ha scritto in una nota il comitato esecutivo della Giorgio Armani - ci sentiamo, anche a nome dei dipendenti e dei collaboratori, di impegnarci a sostegno di questo percorso nel rispetto delle sue volontà, con la condivisione di garantire il miglior futuro possibile all'azienda e al marchio nel rispetto dei principi stabiliti".
Principi che non sono solo di stile, ma di pensiero, perché per Giorgio Armani la forma - essenziale, elegante, moderna e non ostentata, come l'ha definita lui stesso - era la sostanza.
Integrità morale e correttezza, per Re Giorgio, erano semplicemente l'altra faccia di una moda che non inseguiva nessuna tendenza, di uno stile che - è una delle sue citazioni più note - era un invito a farsi ricordare, non notare. E così era lui, che da signore di altri tempi firmava a mano ogni singolo biglietto di auguri o di ringraziamento per chi aveva dedicato attenzione alle sue collezioni. Forse uno dei pochi a credere veramente che 'la beneficenza si fa ma non si dice', in 50 anni di carriera ha sostenuto cause culturali e umanitarie senza mai sbandierarlo, oltre ad aiutare in silenzio dipendenti in difficoltà economiche o di salute.
A un'educazione che veniva da lontano, ha sempre affiancato quell'"attenzione a innovazione, eccellenza, qualità, ricercatezza del prodotto" che ha reso la sua azienda globale. E anche oggi, che non c'è più, il suo desiderio rimane quello di dare "priorità allo sviluppo continuo e globale del nome Armani", sinonimo di stile riconosciuto in tutto il mondo.
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