"Giocare è la cosa più bella che vi possa capitare": il discorso da lacrime di Modric ai bimbi del Milan

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Luka in Croazia-Gibilterra ha giocato appena 20' per essere fresco per Allegri, e ieri ha visitato le giovanili rossonere parlando ai ragazzi e ricordando aneddoti della sua infanzia

Marco Guidi

Giornalista

15 ottobre - 07:45 - MILANO

Dai minuti centellinati in nazionale alle sessioni di allenamento che porteranno alla sfida con la Fiorentina di domenica sera a San Siro. A Luka Modric piace programmare tutto, ma ieri il mago croato del Milan si è concesso un diversivo: fare una bella sorpresa a bimbi, ragazzi e allenatori del settore giovanile rossonero, dopo essere rientrato in Italia dagli impegni con la Croazia, tenendo in serbatoio benzina preziosa per la causa del Diavolo. Modric, infatti, in accordo con il c.t. Dalic ha preferito partire dalla panchina contro la modesta Gibilterra, per poi partecipare alla festa (3-0 a Varazdin) solamente nei 20’ finali, contribuendo a chiudere la contesa. Il primo a esserne felice sarà stato Massimiliano Allegri, che invece a Luka non pare voler rinunciare praticamente mai in questo inizio di stagione.

modric al vismara

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Verso le 14.30, il centrocampista rossonero si è palesato al Centro Vismara, accolto dal direttore Vincenzo Vergine e dallo staff dell’agonistica. Quindi, Modric ha visitato le strutture e si è intrattenuto con le future promesse del Milan, dai più piccoli alla Primavera, ricordando loro quando a Zagabria raggiungeva il campo d’allenamento in bicicletta con il sogno di diventare un calciatore. Poi, i consigli per seguire le sue orme: "Credete in voi stessi, giocare a calcio è la cosa più bella che vi possa capitare. Lavorate duro e divertitevi ogni giorno". Vergine ha ringraziato con parole che descrivono Luka alla perfezione: "Per tutti noi rappresenti un modello. Sei un calciatore che mette il talento a disposizione della squadra per l’obiettivo: è quello che noi proviamo a trasferire ai ragazzi". Modric è entrato a Milanello in punta di piedi, riponendo nell’armadietto i 34 trofei e il Pallone d’oro vinti in una carriera straordinaria. Si è messo al livello degli altri, con umiltà e voglia di fare. E così ha trascinato i compagni con l’esempio, allenamento dopo allenamento, fino alle partite, dove ha guidato il Milan con la consueta maestria. Chi non lo conosceva personalmente è rimasto stupito, specie considerando i 40 anni sulla carta d’identità. In Croazia fanno spallucce: loro conoscono Luka da sempre. Anche per questo in nazionale il capitano può gestirsi in autonomia. Se vuole riposare, nessuno osa dirgli qualcosa. Anche perché, esattamente come detto da Vergine, Modric ragiona con il noi e non con l’io.

il mondiale e milan-fiorentina

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Intanto, al quinto Mondiale personale gli manca un solo punto, da afferrare magari già alla prossima gara contro le Far Oer il 14 novembre in casa. Missione quasi compiuta. Più lunga, invece, la strada per riportare il suo Milan ai fasti del passato, come annunciato fin dal giorno della sua presentazione, anche se questo primo scorcio di stagione è stato subito promettente. Modric sa bene come il campionato sia una maratona, con tanto di ostacoli seminati lungo il percorso. Per questo risparmiare un po’ di energie qua e là potrebbe fare la differenza più avanti, quando le cose si faranno ancora più serie e i punti peseranno di più. Non è certo il tipo che si estrania dalla lotta, ma con la sua esperienza può intuire facilmente come e quanto dosare le sue pillole di classe. E se con Gibilterra ha potuto lasciare la vetrina ai compagni, domenica contro la Fiorentina servirà il Modric visto fin qui a San Siro. Tradotto in considerazioni statistiche: semplicemente il miglior “passatore” della Serie A, per quantità (367 passaggi riusciti), senza però disdegnare la precisione (91,1%) e la qualità (è il migliore per passaggi nella metà campo avversaria).

modric, nessun fallo

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Un leader tecnico, ma anche tattico ed... etico. Luka nelle prime sei giornate di Serie A non ha commesso nemmeno un fallo, benché là in mezzo non si sia di certo risparmiato contrasti e botte. Contro il Napoli, in quella che per ora è la partita simbolo della rinascita “allegriana”, è uscito infatti dalla cabina di regia per mettersi l’elmetto e difendere in trincea il gol di vantaggio fino al 90’ e oltre, per poi abbandonarsi in ginocchio a un’esultanza d’altri tempi. Un artista del calcio in grado di rimboccarsi le maniche e trasformarsi in un umile operaio del pallone, ma sempre mantenendo un certo stile. Modric ama vincere più di ogni altro, però non rinuncia a farlo a modo suo, cioè con classe anche nella sofferenza. E la sensazione è che sia tremendamente contagioso. Vedere per credere le enormi differenze tra il Milan di oggi, costantemente sul pezzo, e quello disfunzionale di qualche mese fa.

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