Follìa in Veneto: una macchina spara sui ciclisti. Tanta paura, ma nessun ferito

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I ragazzi della Sc Padovani erano impegnati in allenamento in Val d'Adige, nei pressi di Dolcè. Un'auto ha affiancato il gruppo e ha sparato

21 dicembre 2025 (modifica alle 21:46) - MILANO

È in stato di shock il gruppo della Sc Padovani Polo Cherry Bank, vittima di un agguato in strada mentre era impegnato in allenamento in Val d'Adige, lungo la SS12 nei pressi di Dolcè. Durante la sessione, all’improvviso, un’auto scura ha affiancato le bici e ha esploso due colpi con un’arma da fuoco per motivi ancora ignoti. Un episodio che ha shockato atleti, staff e dirigenti e che avrebbe potuto avere dei risvolti ben più gravi. Una volta rientrati al quartier generale stabilito in questi giorni al Veronello Resort, la società ha provveduto a raccogliere tutte le testimonianze e le immagini che documentano l'accaduto per depositare denuncia alle autorità. 

sotto shock

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"Siamo sollevati che tutti i ragazzi siano sani e salvi dopo quanto successo ieri - ha detto il presidente, Galdino Peruzzo -. Si tratta di una vicenda terribile che ci auguriamo non si ripeta mai più: la strada è la palestra dei nostri ragazzi e, come società, abbiamo provveduto ad adottare tutte le misure del caso per farli pedalare in sicurezza. Purtroppo, di fronte alla follia di certi soggetti, non possiamo davvero fare nulla. Quanto è successo ieri in Val d'Adige, peraltro, non è l'unico episodio di aggressione da parte di automobilisti agli atleti della Padovani impegnati in allenamento in queste settimane. Va ricordato che anche nello scorso mese di settembre Marco Palomba era stato investito da un pirata della strada, è necessario sensibilizzare tutti coloro che si mettono al volante ad una cultura di maggiore rispetto". 

Mentre il direttore sportivo della squadra, Dimitri Konychev, ha spiegato che "La zona del Lago di Garda è una delle più ospitali e adatte per allenarsi in questo periodo. Ogni giorno tracciamo con cura e attenzione i percorsi di allenamento per evitare le principali arterie di comunicazione e gli orari di maggior traffico, non a caso ci eravamo spostati in Val d'Adige, su una strada scorrevole e piuttosto ampia che di sabato è libera dal traffico pesante. I nostri atleti indossano del vestiario visibile e hanno sulle proprie bici le luci per farsi notare dagli automobilisti. Abbiamo seguito i ragazzi dal primo all'ultimo chilometro, ogni tanto con l'ammiraglia diamo la possibilità agli autisti di sorpassare, però serve maggior rispetto".

La Gazzetta dello Sport

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