Un primo avvio è stato fatto con la manovra dello scorso anno. Ma anche questa legge di bilancio guarda al quoziente familiare per ridisegnare il sistema delle detrazioni. L'intervento cui si lavora in vista della prossima manovra è ancora tutto da definire e andrà calibrato con quello che sarà il taglio dell'Irpef per il ceto medio. Ma l'idea, è il ragionamento che circola in ambienti di maggioranza, è di mantenere le detrazioni per chi è in difficoltà economica e di intervenire per favorire la denatalità.
Il cantiere manovra dunque avanza, mentre cresce l'attesa per il giudizio sull'Italia dell'agenzia di rating Fitch, che ad aprile aveva confermato BBB con outlook positivo. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nei giorni scorsi ha sfoderato ottimismo ("Passeremo bene l'esame") e anche gli analisti prevedono che Fitch, la stessa che ha declassato il rating della Francia, possa alzare quello italiano, riflettendo la stabilità politica del Paese e il miglioramento delle finanze pubbliche.
L'Italia ha chiuso il 2024 con un deficit al 3,4% del Pil, sotto le stime del governo, e il target del 3,3% fissato per il 2025 nel Documento di finanza pubblica (Dfp) potrebbe essere portato sotto il 3% già quest'anno, facendo uscire l'Italia dalla procedura di infrazione un anno prima del previsto.
Inoltre lo spread tra Btp e Bund tedeschi viaggia intorno ai 78 punti, dopo aver toccato i minimi da 15 anni, e quello con gli Oat francesi è sceso mercoledì in negativo.
Fitch è la prima agenzia ad esprimersi nella nuova tornata di revisioni. Il grosso dei giudizi arriverà ad ottobre. S&P si esprimerà il 10: quello di S&P, che ad aprile ha alzato il giudizio sull'Italia da BBB a BBB+ con outlook stabile, è il rating più alto assegnato al nostro paese. Il più basso è quello di Moody's, che a maggio confermò il rating a Baa3 (un gradino sopra 'junk', il livello spazzatura), alzando però l'outlook da stabile e positivo. La revisione di Moody's arriverà per ultima, il 21 novembre. Ad ottobre si esprimeranno anche Dbrs (ad aprile confermò BBB high con trend positivo), il 17, e Scope (BBB+ con outlook stabile) il 31.
Un calendario che si intreccia con il cronoprogramma di avvicinamento alla manovra, attesa tra un mese (il 20 ottobre) in Parlamento. Un percorso a tappe forzate che a partire da lunedì, quando sono attesi dall'Istat i dati sui conti economici nazionali del 2024, vedrà il Mef impegnato in un lavoro senza sosta. Entro il 2 ottobre va infatti chiuso il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), il testo che sostituisce la vecchia Nadef, con le stime tendenziali e programmatiche del triennio e anche un primo assaggio delle misure che andranno a comporre la legge di bilancio. Poi entro il 15 ottobre va inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio.
A livello di misure le priorità partono dal nuovo taglio dell'Irpef, che questa volta andrà a concentrarsi sul ceto medio. La volontà è di tagliare la seconda aliquota di due punti, portandola dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro. Un intervento che, secondo alcune stime, necessiterebbe di almeno 2,5 miliardi. "Eventualmente", se cioè ci saranno le risorse (servono circa 4 miliardi), ci si potrà spingere oltre, estendendo il secondo scaglione fino a 60mila euro.
L'intervento andrà a braccetto con la "rivalutazione e rivisitazione" delle detrazioni, che sarà fatta, come spiegato dal viceministro delle Finanze Maurizio Leo, in relazione alla composizione del nucleo familiare. A indicare la rotta è la volontà di favorire le politiche per la natalità: in questo rientrano interventi come l'assegno unico e il bonus nuovi nati, che potrebbero dunque essere potenziati. Si studia anche il mantenimento dei bonus edilizi al 50% per le prime case, evitando il decalage al 36% che scatterebbe dal 2026. Mentre sul fronte della rottamazione quinquies, in attesa degli emendamenti al ddl che arriveranno lunedì in Senato, si studia un'operazione con circa 1,5-2 miliardi di copertura.
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