Finanza, l'analista Pietro Calì: "20mila euro nel portafoglio? A 35 anni puntare su azioni..."

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"In Europa bene le azioni del settore bancario (animato dal risiko) e il comparto Difesa"

21 febbraio 2025 | 16.26

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Trentacinque anni d'età, 20mila euro nel portafoglio: dove investire questi soldi? Ne parla all'Adnkronos l'analista finanziario Pietro Calì. "L'investimento - dice Calì - dipende da profilo, orizzonte e propensione al rischio dell'investitore". Ciò premesso, inizia il gioco: "Si tratta di un ragazzo - dice Calì - almeno il 50% di un investimento ben diversificato dovrebbe andare sulla componente più dinamica, le azioni: 30% su quelle europee, 10% su Stati Uniti e il restante sui Paesi emergenti". Sì, ma in quali settori? "In Europa - dice Calì - bisogna puntare sul settore bancario (animato dal risiko) e il comparto Difesa; negli Stati Uniti sulle aziende quotate nello Standard & Poor's 500 (le big ad alto fatturato), mentre sul mercato asiatico guardare alla Cina (si compra molto bene)".

Secondo Calì l'altro 50% di un capitale dovrebbe essere ulteriormente diviso: 5% di riserva di liquidità (per ogni emergenza) e 45% sull'obbligazionario. Sull'obbligazionario: un 20% di questa quota, afferma l'analista, dovrebbe andare in Btp - cifra elevata visto che l'Italia pesa un 2% rispetto al Pil globale ma i titoli di Stato sono molto apprezzati, molti clienti dicono 'se fallisce l'Italia, l'investimento è l'ultimo dei miei problemi' - un 15% in titoli Corporate (molto stabili), rimane un 5% che io metterei sull'obbligazionario emergente: titoli governativi", dice Calì.

Il principio che deve guidare gli investimenti, sottolinea l'analista, "deve essere la diversificazione del portafoglio". Piccolo inciso, tutti parlano di criptovalute? "Io le sconsiglierei: se domani la Banca d'Italia dice che il mondo cripto è una truffa, cosa dico al cliente?". Investimenti sul mercato delle materie prime: "Prendiamo l'oro, tu stai scommettendo che domani le persone lo vogliono più di oggi: molti colleghi apprezzano, ma io no". Perché? "La mia scelta per i clienti è fatta su dei dati e numeri: devo comprare qualcosa che costa poco e che vale tanto. Sul mercato delle materie prime non ho quei dati per valutare: è semplicemente una scommessa nel dire chissà domani la gente cosa penserà". (di Andrea Persili)

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