L’allenatore soddisfatto per la prova dei granata "È un successo che ci dà convinzione. Simeone? L’ho sempre apprezzato"
È dolce, anzi dolcissima, la domenica romana per il Torino. Sessantanove giorni per cominciare a scrivere una storia, e nel mezzo - forse - una trentina di allenamenti contati male. Sessantanove (ieri) sono i giorni passati da Marco Baroni sulla panchina granata. Una finestra temporale breve, riflettendo sulla portata — ampia e che va in profondità — della rivoluzione (di uomini, concetti, filosofia) a cui è chiamato il suo Toro. Questo allenatore per primo è consapevole di non avere tempo, ma lo spettacolo da manuale offerto ieri a Roma, innanzitutto, ripaga lui, l’area tecnica e tutto il club di due mesi passati a capofitto a lavorare. Poi gli regala un primo, enorme e meritato, sorriso in campionato. Alla vigilia aveva chiesto personalità e spessore, ha ritrovato anche di più. "Abbiamo fatto una partita di spessore — riflette Baroni —, ma abbiamo dimostrato soprattutto di aver fatto un cambio di marcia, abbiamo dato una svolta sul piano della mentalità. E questa è la cosa più importante, è quello che avevo chiesto ai ragazzi a cui faccio i miei complimenti".
l'impronta
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C’è tanto di suo in questo colpo che stappa il campionato granata. C’è un’impronta profonda, c’è una strategia pensata ed elaborata al Filadelfia per mettere alle corde il Gasperini-pensiero. C’è lo stupore nel vedere il Toro mettersi a tre, ma poi lo si apprezza nella sua capacità di rappresentarsi con solidità, di blindare le fasce, anestetizzando la Roma e colpendo ripetutamente nel secondo tempo. "È una vittoria importante, e i successi ti aiutano sempre – dice il tecnico del Toro -. Siamo all’interno di un percorso di costruzione, avendo una squadra molto rinnovata, e questo tipo di vittorie sono importanti perché danno autostima e convinzione, tra l’altro in uno stadio importante. È una vittoria che aumenta lo spessore della squadra". Tutti glielo chiedono, così spiega perché ha varato un Toro con la difesa a tre. Mossa vincente. "Ho pensato che loro avrebbero potuto giocare con i due trequartisti e, a quel punto, il 4-3-3 ci avrebbe potuto mettere in difficoltà. Ho pensato di togliere un centrocampista e inserire un difensore in più per gestire meglio l’ampiezza, dando molta pressione per tenerli lontano dalla nostra area. Nel primo tempo lo abbiamo fatto molto bene, negli ultimi minuti di partita ci siamo abbassati e non dobbiamo farlo. Su questo dobbiamo migliorare".
W Giovanni
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Il Toro è ripartito alla grande dopo le sberle a San Siro contro l’Inter alla prima giornata, "dopo quella serata mi sono incazzato come una bestia: è stata una lezione che è servita a tutti, me compreso". Dopo è arrivato un bel pari con la Fiorentina (meritando anche di più) e la piena vittoria di ieri a Roma. Baroni guarda il calendario e, quasi quasi, manco se la gode: "Sto già pensando alla prossima bruttissima partita casalinga contro l’Atalanta, non faccio nemmeno in tempo a godermi questa vittoria…". C’è un’altra cosa che gli dà grande soddisfazione, il fatto di poter contare su un Simeone in più là davanti. "Giovanni l’ho sempre apprezzato. Durante il mercato, un giorno, il presidente Cairo mi dice che c’era questa possibilità di averlo e gli dico 'prendiamolo subito'. Mi piace la sua energia, come attacca la profondità. Ma in generale abbiamo davanti una bella abbondanza che non è mai un problema: spero che tutti e tre gli attaccanti (Simeone, Adams e Zapata) ritrovino a breve la migliore condizione".