Non è la prima volta che la SF-25, dopo aver arrancato in qualifica, riesce a mostrare un passo consistente nel GP. Tra due settimane, al Montmelò, previsti sviluppi al fondo e una nuova costruzione dell’ala anteriore
Paolo Filisetti
18 maggio - 19:02 - IMOLA (BOLOGNA)
Quello del GP dell’ Emilia Romagna per la Ferrari è stato sicuramente un weekend bifronte o, per meglio dire, la gara è stata del tutto inattesa date le premesse delle qualifiche del sabato, quando Leclerc e Hamilton non sono riusciti a superare la Q2, qualificandosi rispettivamente undicesimo e dodicesimo. Ecco allora che il quarto posto di Lewis e il sesto di Charles in gara oggi, mostrano una SF-25 decisamente diversa da quella delle qualifiche. Se, infatti, è indubbio che la Safety car uscita dopo il ritiro di Antonelli e ancora prima la Virtual causata da quello di Ocon hanno facilitato il rimescolamento delle carte, è altrettanto corretto sottolineare che la performance complessiva della SF-25 oggi, non è stata quella vista ieri in qualifica, lontana anni luce dalle monoposto rivali.
DUE CHIAVI DI LETTURA
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Come noto, il setup tra qualifica e gara non cambia, dunque la chiave di lettura più appropriata è quella di una monoposto che in condizioni meno estreme, in gara, dove i parametri di carico, grip, trazione non sono portati ai limiti estremi, riesce a mostrare un passo gara assolutamente dignitoso. Bisogna poi sottolineare che il degrado gomme a Imola non è severo, come peraltro testimonia l’adozione delle gomme soft C6 da parte della Pirelli. Questo ha sicuramente permesso alla SF-25 di sfruttare un setup che già nelle prime libere del venerdì aveva prodotto un passo gara al livello delle monoposto rivali, con l’eccezione della McLaren che in quel momento sembrava destinata a dominare l’intero fine settimana. Qui la Ferrari non ha portato sviluppi estesi limitandosi soprattutto ad una evoluzione delle prese d’aria dei freni posteriori, quindi nulla che potesse sulla carta incrementare la performance. Il risultato di oggi consente due chiavi di lettura coesistenti. Da un lato infatti, come detto, emerge come il setup, le condizioni al contorno, ovvero la configurazione gara a serbatoio pieno rispetto quella da qualifica, abbia permesso una parziale estrazione di prestazione dalla SF-25. Quindi la performance c’è, in una finestra molto limitata dove lo sfruttamento delle gomme e il bilanciamento sono gli elementi discriminati a livello prestazionale. Nello stesso tempo è corretto considerare che quanto visto in qualifica non fosse solo un “miraggio”, ovvero in quelle condizioni la rossa non era davvero competitiva, come Leclerc ed Hamilton hanno ribadito dopo le qualifiche.
E ADESSO?
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In previsione delle prossime gare, specificamente della Spagna tra due settimane dopo la “roulette” del Principato, sarà interessante valutare quanto gli sviluppi al fondo e la nuova costruzione dell’ala anteriore potranno non solo impattare sui rivali, ma anche modificare i parametri prestazionali di questa vettura. Sulla carta, non ci dovrebbe essere uno sconvolgimento, ma pare corretto sottolineare che il setup di queste monoposto ad effetto suolo possa determinare variazioni sostanziali a livello prestazionale. I limiti della SF-25 non potranno essere cancellati da ciò che sarà introdotto in Spagna, ma il risultato di oggi dà ragione a Vasseur sul fatto che vale la pena lavorare a fondo per circoscrivere e cercare di eliminare i punti deboli. Una sfida non facile, da molti considerata impossibile ma, per usare le parole di Hamilton via radio, "let’s keep pushing”. A Maranello non si nascondono le difficoltà di un percorso in salita, ma c’è forte determinazione a superarle.