
Il Brighton rifiutò una cifra mostruosa per un attaccante dal gol precoce. L'infortunio al ginocchio ne ha rallentato la crescita, con Gasp può rilanciarsi in Serie A
Francesco Balzani
11 luglio - 14:47 - ROMA
Come canta Antonello Venditti “diciotto anni sono pochi per promettersi il futuro”. Eppure quando Evan Ferguson, appena maggiorenne, esplose in Premier League tutti erano pronti a giurare di aver trovato il numero 9 più promettente del mondo, con tanto di paragoni scomodi tra Vieri e Van Basten. D’altronde nessuno alla sua età aveva segnato per due volte di fila nel campionato più difficile del mondo e pochissimi avevano avuto una valutazione monstre di 60 milioni di sterline senza avere ancora la patente di guida. Il Brighton, che aveva anticipato Chelsea e Liverpool, rifiutò diverse offerte. Su tutte quelle del Manchester United su indicazioni di un altro Ferguson: Sir Alex. C’è chi ricorda Rooney ed Owen da quelle parti, insomma il top del Regno Unito. Paradossalmente Evan è esploso ancora prima prima di spegnersi di colpo. Non perché si era montato la testa ma perché il crociato ha fatto crack e per uno con quel fisico (quasi un metro e novanta) non è facile rialzarsi. Potrebbe farlo a Roma grazie alla cura Gasperini e in un campionato dove anche chi fatica in Premier riesce a dire la sua.