Sono 3.527.187 gli elettori pugliesi chiamati alle urne domenica 23 e lunedì 24 novembre per eleggere il nuovo presidente della Regione e i 50 consiglieri regionali. Nelle 4.032 sezioni distribuite nelle sei circoscrizioni elettorali le urne saranno aperte dalle 7.00 alle 23.00 di domenica e dalle 7.00 alle 15.00 di lunedì. Subito dopo comincerà lo spoglio.
Quattro i candidati in campo: Antonio Decaro per il campo progressista, sostenuto da sei liste (PD, M5S, AVS, Per la Puglia, Decaro Presidente e Popolari con Decaro); Luigi Lobuono, per il centrodestra, sostenuto da 5 cinque liste (Fi, FdI, Lega con Udc e NPSI, Noi Moderati Civici per Lobuono e La Puglia con noi); Sabino Mangano, civico sostenuto dalla lista Alleanza civica per la Puglia e Ada Donno, anche lei civica, sostenuta dalla lista Puglia Pacifista Popolare.
Il nemico da battere anche questa volta, come dimostrano i numerosi appelli al voto dei candidati, sarà quello dell'astensionismo. Nelle ultime consultazioni del settembre del 2020, malgrado i timori post covid e in controtendenza con le precedenti consultazioni, la partecipazione fu in crescita e a votare andò il 56,43% degli elettori (contro i 51% delle regionali del 2015). Questa volta le previsioni prospettano un'affluenza decisamente al di sotto del 50%.
Nel 2020 le elezioni furono vinte dal candidato del centrosinistra, Michele Emiliano, al suo secondo mandato, che prevalse con il 46,78% dei voti sul candidato del centrodestra, Raffaele Fitto (38,93%). In quella tornata, contrariamente alla prossima, il centrosinistra si presentava separato dal Movimento 5 stelle che ottenne l'11,12% delle preferenze. Il centrosinistra è alla guida della Regione da 20 anni (due mandati di Nichi Vendola e due di Emiliano)
Particolarmente complessa la legge elettorale pugliese che, tra l'altro, è molto garantista con la minoranza: alla coalizione vincente viene attribuito un premio di maggioranza che la può portare al massimo ad ottenere 29 dei 50 seggi. Anche con percentuali bassissime, la minoranza non potrà avere meno di 21 consiglieri. Per concorrere alla distribuzione dei seggi, le singole liste devono superare la soglia del 4% se sono in coalizione, e dell'8% se si presentano da sole. Uno sbarramento che in questa tornata rende molto complicato l'ingresso in Consiglio dei due candidati civici.
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