Edin Dzeko pensa in grande: a Firenze è già il leader

17 ore fa 2

Il bosniaco è pronto a trascinare la Fiorentina. Il primo obiettivo: vincere la Conference

Dal nostro inviato Francesco Velluzzi

26 luglio - 11:57 - BAGNO A RIPOLI (FIRENZE)

"Non avevo altre idee in testa. Volevo solo tornare in Italia e in un grande club. E ho preferito Firenze a Bologna". La differenza l’ha fatta Stefano Pioli che avrebbe voluto Edin Dzeko già quando era al Milan. E poi la città di Firenze, che l’eterno centravanti trentanovenne bosniaco vuole conoscere al più presto con la sua numerosa famiglia. I figli sono nati tutti e quattro in un’Italia che ama e che ha già vissuto nelle due metropoli: Roma e Milano, sponda Inter. Dove ha vinto due coppe Italia e due Supercoppe italiane. Ma dove, a un certo punto, si è sentito di troppo, quando lui, invece, pensava di avere ancora molto da dire e da dare. E così, scaduto il contratto, da svincolato, Edin nell’estate del 2023 si è accasato al Fenerbahce.

Bollito a chi?

—  

Chi pensava che la sua energia fosse finita si è dovuto ricredere presto. Dzeko in due campionati in Turchia insieme a Dusan Tadic è stato il calciatore che ha giocato di più. Compresa la Nazionale è sceso in campo 111 volte, segnando 46 gol in totale e fornendo 13 assist. Nella Super Lig turca ne ha fatti 14, 21 totali nella stagione scorsa, in quella precedente era arrivato addirittura a 25. Ha segnato anche in Europa League. E ora lo aspetta subito il playoff di Conference. Il trofeo che la Fiorentina per il quarto anno insegue: due finali e una semifinale, questo il bilancio. Manca un trofeo. Manca dal 2011 da quando Roberto Mancini portò in bacheca la Coppa Italia. Ora un trofeo se lo meriterebbe Rocco Commisso e Dzeko ha già parlato chiaro: "Teniamo molto alla Conference e se la Fiorentina ha preso un tecnico come Pioli, che ha già vinto, vuole dire che aggiunge esperienza. Siamo una squadra di bravi ragazzi, ma in campo non dobbiamo esserlo".

In campo

—  

Dzeko è partito forte. Ha segnato il terzo gol nella partita giocata domenica scorsa contro la Primavera e finita 8-0. Ha cominciato dal via con Gudmundsson libero di inventare e lui davanti, a destra, accanto al totem Moise Kean. Edin corre decisamente meno di Gud, che già lo esalta. Ma ha una capacità incredibile di mandare in porta i compagni quasi da fermo. Lo ha fatto domenica con l’islandese che ha colpito la traversa, lo ha fatto giovedì a Grosseto dove è stato schierato dal via insieme ad alcune seconde linee. Due sue pennellate hanno consentito ai giovani Braschi e Montenegro di realizzare due tre dei gol dell’amichevole vinta contro la squadra di Serie D di Paolo Indiani. Dzeko ha giocato 60 minuti insieme a Braschi, sempre nel modulo 3-4-1-2. A 39 anni vuole ancora incidere ed è convinto di poterlo fare. Ha il sostegno di Pioli che a Grosseto gli ha dato anche la fascia di capitano.

Esempio

—  

Leader, del resto, lo è e lo è sempre stato. L’attaccante può agire da punta pura, ma pure a sostegno di Kean insieme a Gud. Non è una mossa che Pioli potrà attuare regolarmente perché l’età va considerata e Dzeko non ha nella corsa la sua qualità più spiccata. Ma in area è letale e lo ha già dimostrato domenica alla prima palla buona. E in campo e in palestra Dzeko suda come e più degli altri della rosa, dando sempre l’esempio. Il numero si deciderà nell’asta interna, ma 9 e 11, al momento occupati, sono nel mirino del bosniaco. Che ieri ha giocato mezzora, da prima punta, nove minuti da capitano, quando però il ritmo era calato. Solo una grande apertura sull’esterno. Ma che qualità. 

Leggi l’intero articolo