Il ceco vince il primo Masters 1000 in carriera e diventa il quarto più giovane di sempre a farcela. Nole paga la risposta non più micidiale e la minore efficacia negli scambi prolungati
Luigi Ansaloni
31 marzo - 07:18 - MILANO
A Miami è ufficialmente nata la stella di Jakub Mensik. A 19 anni il ceco vince il primo Masters 1000 della carriera e lo fa battendo in due set (7-6 (4) 7-6(4) in 2 ore e 3 minuti) Novak Djokovic, che vede ancora una volta sfuggire il titolo numero 100. Poco da dire, però: Mensik ha strameritato la vittoria, giocando meglio per tutto il match e non tremando minimamente nei momenti cruciali, al contrario di Nole, che ha giocato due pessimi tie break, dominati dal ceco.
mensik record
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Mensik è il primo giocatore della Repubblica Ceca a vincere un 1000 dal 2005 (quando ci riuscì, a Bercy, Tomas Berdych) ed è il quarto più giovane a vincerlo dopo Michael Chang, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz e Holger Rune. Mensik (da oggi numero 24 del mondo) è un giocatore estremamente talentuoso che deve solo trovare continuità, non la caratteristica principale della straordinaria scuola tennistica della sua nazione, ma da oggi è certamente un nome da tenere d’occhio anche ad altissimo livello.

finale miami, primo set
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Mensik parte forte, tiene bene il servizio e brekka subito, volando sul 2-0, grazie anche a due erroracci consecutivi di dritto di Djokovic, teso e falloso a inizio match. Il ceco, al contrario, è micidiale, copre alla grande il campo e anche nello scambio da fondo regge benissimo il confronto con il serbo. Sul 3-0 Mensik, finalmente Djokovic batte un colpo e tiene il servizio, ma l’impressione è che l’ex n.1 del mondo sia in difficoltà. Non è un caso: Nole a questo punto della sua carriera soffre molto i giocatori con un ottimo servizio, che non sempre riesce a leggere come succedeva in passato, dato che ha costruito il suo sterminato impero di successi proprio con la risposta, che ora sembra un po' venuta meno. Nole però è sempre Nole, e anche ora basta lasciargli uno spiraglio per pagarla. E Mensik, quello spiraglio, lo lascia sul 4-2: il ceco non mette la prima per quasi tutto il game, Djokovic ne approfitta, si procura la prima palla break della partita e non sbaglia, recuperando lo svantaggio. Da lì in poi grande equilibrio, con Mensik che fa qualche errore di troppo ma riprende a servire bene, Nole non molla e quindi la conclusione del set, scontata, è al tie break. Un nastro aiuta Mensik, bravissimo comunque a chiudere il punto con una splendida veronica, che vola sul 2-0, Nole butta via un dritto facile e va sotto di due minibreak, un’altra disastrosa palla corta che muore in rete di Djokovic e il ceco sale 5-0. È troppo anche per Nole, e Mensik strappa il primo set, chiudendo il tie break 7-4 in 55 minuti.

finale miami, secondo set
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Nel secondo set equilibrio totale fino al 2-2, quando Mensik si procura il primo break point del parziale leggendo benissimo una palla corta non perfetta di Djokovic. Nole non batte ciglio e l’annulla con un servizio vincente, ma con un meraviglioso rovescio lungolinea il ceco si procura una seconda palla break, annullata però anche questa, e con molta sofferenza alla fine Djokovic tiene il servizio, urla verso l’angolo con uno scatenato Murray e sale 3-2. Sul 4-3 per Nole, Mensik commette il primo doppio fallo del match, si va sul 40-40 ma il ceco mostra quanto sia forte di testa, almeno in questo torneo, sparando due servizi micidiali ed è 4-4. I due continuano a servire bene e si arriva un’altra volta al tie break, e ancora Djokovic parte male, concedendo subito un minibreak, con tanto di reazione rabbiosa, ma Mensik “ricambia” il favore buttando un dritto in allungo a rete, ed è 2-1. Sul 2-2 scambio infinito e Nole, stremato, sbaglia e crolla a terra, concedendo un altro minibreak al ceco, che spara un altro servizio micidiale e sale sul 4-2. La tensione si fa sentire e Mensik sparacchia una palla in rete, minibreak per Nole ed è 4-3, ma ancora una volta il serbo perde un lungo scambio e sembra non averne più, sbaglia anche il punto successivo e Mensik ha 3 match point: Jakub sbaglia il primo, non il secondo, un altro tie break chiuso 7-4 e per il talento di Prostějov non solo è il primo Masters 1000 della carriera, ma è anche il primo torneo Atp. Nole abbraccia il giovanissimo rivale con sincera gioia, ma per lui il titolo numero 100 rimane, ancora una volta, stregato. E la firma alla telecamera di Mensik a fine partita ("First of many", il primo di tanti) suona più come una promessa che una minaccia.