Una carriera lampo tra l'Atletico Madrid e il Wolverhampton, prima del trasferimento al Liverpool, nel 2020. I trionfi col Portogallo di CR7
3 luglio 2025 (modifica alle 11:20) - MILANO
Aveva appena vinto la sua prima Premier con il Liverpool e la seconda Nations League con il Portogallo. Vittima di un incidente stradale insieme al fratello minore Andrè, Diogo Jota ci lascia a 28 anni al termine della stagione più bella. La tragedia avvenuta a Zamora, in Spagna, toglie al calcio un talento puro, esterno offensivo ma in grado di ricoprire qualsiasi ruolo d'attacco, arrivato ai Reds nel settembre 2020 per 45 milioni di euro.
predestinato
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Nato il 4 dicembre del 1996 a Massarelos, nella provincia di Oporto, Jota esordisce nel 2015 campionato portoghese con la maglia del Pacos de Ferreira e a 18 anni, 9 mesi e 10 giorni segnando all'Academica diventa il più giovane marcatore nella storia del torneo. Subito il salto all'Atletico Madrid (per 7 milioni), poi il prestito al Porto che incanta alla prima uscita segnando una tripletta in 45' contro il Nacional. Da predestinato, segna anche all'esordio in Champions, contro il Leicester. Tornato a Madrid, viene ceduto al Wolverhampton in prestito con diritto di riscatto a 14 milioni che il club inglese eserciterà al termine di una stagione in cui Diogo segna 17 reti, esaltandosi nel 3-4-3 di Nuno Espirito Santo e risultando decisivo nella promozione che sancisce il ritorno in Premier. Si conferma al livello più alto (tripletta ancora al Leicester, solo CR7 tra i lusitani ci era riuscito, nel 2008) fino al mega trasferimento a Livepool.
jolly
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Veste il rosso subito dopo lo storico ritorno al titolo del 2019-20, assiste a quattro scudetti consecutivi del Manchester City e soltanto quest'anno con Arne Slot assapora la gioia più grande, dopo due Coppe di Lega, una Coppa d'Inghilterra e una Community Shield. Jota poteva giocare anche da prima o seconda punta ma in un tridente amava partire largo a sinistra per poi convergere sul destro, aveva ottima tecnica e grande resistenza allo sforzo, oltre alla capacità di finalizzare, tanto che ha firmato gol mai banali. A Liverpool gli capitava anche di partire dalla panchina vista l'abbondanza di fuoriclasse (Salah in primis), ma il portoghese anche a gara in corso trovava il modo di lasciare il segno. Così come in nazionale, con cui aveva appena bissato (ai rigori contro la Spagna) il trionfo in Nations League del 2018. Per lui, 49 presenze e 14 reti.
La Gazzetta dello Sport
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