Declino cognitivo e dolcificanti: uno studio Usa svela un collegamento

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L'uso eccessivo dei sostituti dello zucchero potrebbe avere conseguenze sulla salute del cervello nel lungo termine 

Giacomo Martiradonna

19 ottobre - 17:39 - MILANO

Troppi zuccheri semplici sono dannosi, ma anche i sostituti dello zucchero potrebbero avere effetti a lungo termine sulla salute del cervello. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Neurology, rivista dell'American Academy of Neurology, in seguito all'analisi del consumo di dolcificanti artificiali su un ampio campione di adulti. I risultati indicano un'associazione tra un'elevata assunzione di questi prodotti e un declino più rapido delle funzioni cognitive, in particolare nei malati di diabete. È importante sottolineare subito che non è stato provato ancora un rapporto di causa-effetto, ma la correlazione è certamente significativa e degna di approfondimento.

Dolcificanti e declino cognitivo

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Lo studio ha preso in considerazione sette dolcificanti ipocalorici o a zero calorie, vale a dire: aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, xilitolo, sorbitolo e tagatosio. Sostanze molto diffuse in alimenti e bevande ultra-processati, inclusi yogurt e dessert light, snack, bibite gassate ed energetiche, biscotti e prodotti da forno, oltre a essere vendute anche come dolcificanti da tavola. La ricerca è durata circa otto anni e ha coinvolto 12.772 adulti residenti in Brasile, con un'età media di 52 anni.

il cervello invecchia prima

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Prima di accedere allo studio, i partecipanti hanno compilato questionari sulle proprie abitudini alimentari in cui hanno dovuto indicare il consumo di cibi e bevande nell'ultimo anno. In base alle quantità di dolcificanti assunte, sono stati suddivisi in tre gruppi: consumo basso (circa 20 mg al giorno), intermedio e alto (fino a 191 mg al giorno). A mo' di paragone, l'assunzione più elevata di aspartame equivale a una lattina di bibita light, mentre il sorbitolo è risultato il più consumato, con una media di 64 mg al giorno. I volontari hanno poi effettuato test cognitivi all'inizio, a metà e alla fine del periodo di osservazione, per valutare memoria, linguaggio e capacità di elaborazione delle informazioni. Dopo gli aggiustamenti per età, sesso e condizioni di salute, i dati hanno mostrato che chi assumeva più dolcificanti sembrava vittima di un declino cognitivo fino al 62% più rapido. Parliamo dell'equivalente di circa 1,6 anni di invecchiamento. Nel gruppo intermedio, invece, il calo era del 35%, pari a circa 1,3 anni.

Dolcificanti e declino cognitivo, le Differenze per età

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L'analisi per fasce di età ha rilevato che il legame tra consumo elevato e declino cognitivo era visibile sotto i 60 anni, mentre non risultava significativo oltre questa soglia. L'associazione è apparsa più evidente tra i partecipanti con diabete. Inoltre, i dolcificanti maggiormente collegati al peggioramento di memoria e elasticità cerebrale sembrano essere aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, sorbitolo e xilitolo; non è stata riscontrata alcuna correlazione per il tagatosio. Gli autori dello studio non hanno dubbi: serviranno ulteriori ricerche per confermare questi risultati e valutare se alternative naturali allo zucchero, come ad esempio la stevia, possano rappresentare opzioni più sicure.

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