Previsto per domani il vertice decisivo. Il tecnico valuta seriamente la ricca proposta saudita. Se parte, idee Fabregas, Chivu, De Zerbi e Vieira
Siamo dentro un paradosso: o Simone Inzaghi lascia, o rinnova fino al 2027 con tanto di foto e sorrisi e proclami e baci e abbracci. Ecco il tunnel strettissimo e molto particolare in cui si sono infilati l’Inter e il suo allenatore dopo la disfatta di Monaco. Dal quale in un senso o nell’altro si uscirà entro domani, giorno in cui è fissato il vertice tra il tecnico e i dirigenti nerazzurri. È giusto dire entro domani, perché ogni ora che passa può essere decisiva per il finale della storia. Il feedback del giorno dopo la figuraccia con il Psg segnala la forte tentazione da parte di Inzaghi di mollare l’Inter e firmare il contratto con l’Al Hilal. Un contratto già pronto, che aspetta solo di essere firmato. C’è chi sostiene - ma non ci sono conferme - che il presidente del club arabo fosse presente anche a Monaco per la finale. Di sicuro l’offerta è lì in bella mostra ormai da giorni: 25 milioni di euro netti di ingaggio per un contratto di tre anni.
insieme
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Ieri mattina Inzaghi e i dirigenti hanno fatto colazione insieme a Monaco, prima di ripartire per Milano. È stata l’occasione per dirsi tutto quel che non è andato la sera prima in campo, ma non certo il momento per parlare del futuro. Che sia un segnale anche questo di addio? La partita in verità è ancora aperta: chi vive e “frequenta” gli umori di Inzaghi conserva ancora qualche chance che il tecnico decida di restare a Milano. Magari spinto dall’orgoglio per il percorso fatto in questa stagione, quello che ha consentito all’Inter di mettere in cassa circa 200 milioni di euro tra premi Uefa e incassi. Oppure indirizzato, Simone, dalla moglie Gaia Lucariello, che i bene informati raccontano poi non tanto convinta di andare a vivere a Riad. "Siamo andati male. Oggi non ho tanta voglia di parlare. Sono sempre stato sportivo: la sconfitta fa male, ma la accettiamo": così ha parlato pubblicamente Inzaghi, avvicinato in giornata da Striscia la Notizia per il Tapiro, prima di fare scena muta alla domanda diretta sull’Arabia. Ma in questa storia conta anche la posizione dell’Inter. Che non è cambiata neppure ieri ed è la stessa esposta pubblicamente dal presidente Marotta nella pancia dell’Allianz Arena: se il tecnico vorrà rimanere, nessun problema, anzi avrà anche il prolungamento del contratto. Certo, difficile credere che si giunga a un sostanzioso ritocco dell’ingaggio attuale, ovvero i 6,5 milioni più bonus. Dunque, di fatto l’Inter è in questo momento in attesa, spettatrice della vicenda: la palla ce l’ha Inzaghi. Ed è chiaro che, se decidesse di andar via, il tecnico dovrebbe anche rinunciare all’ultimo anno del contratto in essere: non un passaggio banale, neppure di fronte a un’offerta faraonica come quella proveniente dall’Al Hilal.
alternative
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I tempi sono strettissimi. Tra nove giorni l’Inter si imbarca per gli Stati Uniti: esclusa la possibilità che negli States vada Inzaghi e poi successivamente arrivi il nuovo tecnico. In soldoni: l’11 giugno negli Usa l’Inter andrà con il tecnico della stagione 2025-26. Chi, se non sarà Inzaghi? Impossibile pensare che l’Inter non si sia cautelata con un piano B in queste settimane. Sono quattro le piste da tenere aperte. La prima, quella da considerare la preferita, porta a Fabregas, per il quale è stato già mosso qualche passo: c’è chi racconta di un incontro in tal senso andato in scena la scorsa settimana. E poi De Zerbi, che ha già accumulato esperienza internazionale e - non va dimenticato - fu accostato all’Inter anche durante la primavera 2023. Infine Chivu, che Marotta e Ausilio conoscono benissimo avendo allenato la Primavera nerazzurra, oltre al nome di Vieira: tutti profili diversi, che certo imporrebbero magari anche un cambio di strategia sul mercato. Già, il mercato. Che, ammesso che se ne arrivi a discutere, sarà un nodo cruciale da sciogliere tra Inzaghi e la società. Il tecnico ha fatto capire a Monaco di aspettarsi diversi altri acquisti, oltre ai due già completati di Sucic e Luis Henrique. Per il club, invece, resterà quasi tutto l’attuale organico e il rinnovamento sarà limitato: nel caso, bisognerà trovare una sintesi. Ma è un problema successivo. Inzaghi deve prima avere la voglia e l’orgoglio di non chiudere la sua storia nerazzurra con un 5-0.