(dell'inviata Elisabetta Stefanelli)
Applausi già dall'aereo per Daniel
Harding in versione pilota prima che direttore d'orchestra per
la partenza da Parigi del tour europeo dell'Orchestra di Santa
Cecilia che inizia a suonare all'aeroporto e poi in volo con il
clarinetto di Alessandro Carbonare. "La prova alle 18", dice
perentorio dalla cabina di pilotaggio Harding mentre annuncia
l'atterraggio. Uniforme la mattina, frac la sera dopo qualche
ora ed è il più elegante nella grande sala Pierre Boulez della
Philharmonie, il grande fungo post atomico disegnato da Jean
Nouvel che questa volta risuona delle note del concerto da lui
diretto.
"Il frac non è confortevole ma lo porto perché è elegante,
dirigere è un lavoro sportivo e il frac non sarebbe adatto",
spiega il direttore musicale di Santa Cecilia in camerino, dove
si cambia veloce in una giornata senza soste. Lui 49 anni e tre
figli, di energia ne ha da vendere e lo dimostra sul podio dove
riesce a far dare il meglio agli ottanta componenti
dell'orchestra romana "che suonano come tre orchestre in una"
dice, in un tripudio di applausi.
Meglio la cloche o la bacchetta? "Ci ho messo 30 anni per
trovare la bacchetta giusta per equilibrio e pesantezza, l'ho
trovata a New York ed è una strana storia. Ne comprai due poco
convinto da un uomo sconosciuto che insisteva. Le usai solo dopo
tre anni per scoprire che era quella che cercavo ma l'omino non
so più chi sia. Ho dovuto farle rifare. Come pilota ho iniziato
da poco ed ho ancora molta strada davanti" . Però anche quella
del volo è una storia da raccontare. "Dagli aerei ero
affascinato sin da piccolo e da adolescente ho iniziato a
pilotare con un amico musicista. Poi a 39 anni dopo 20 anni di
musica ho iniziato a cercare altro e ad alzare il livello fino
alla qualificazione per l'airbus nel 2018". Ora che vola
regolarmente per Air France tra Europa e Nord Africa, che cosa
ha scoperto che hanno in comune i due lavori? "Il fatto che sono
entrambi di squadra. Quello di direttore è un esempio di lavoro
in equipaggio e anche in aereo la sicurezza è nel lavoro comune.
Con Air France ho un contratto normale e non siamo così pochi a
fare altre cose: su un totale di 4.400 piloti c'è dal campione
di sci all'astronauta". La differenza a suo avviso è che "sul
palcoscenico si cerca la tensione, si improvvisa mentre in aereo
si cerca la normalità, di essere sempre prevedibile e con
calma". Ascolta musica mentre pilota l'aereo? "Noooo. Solo i
passeggeri la ascoltano", risponde deciso. E poi sale di nuovo
sul podio e qui è tutta una turbolenza. Mentre paradossalmente
quando è in volo è con i piedi per terra, è la sua immersione
nella realtà che "a molti colleghi servirebbe", dice convinto
con il suo fare molto british.
Il programma studiato "per piacere al pubblico di quattro
paesi diversi" è nel segno della poesia e della gioia e si apre
col flauto del Prélude à l'après-midi d'un faune di Claude
Debussy, capolavoro della letteratura musicale del 1894, in cui
il compositore evoca l'atmosfera e la luce dei versi omonimi di
Mallarmé. Nel secondo brano in programma, il Concerto n. 2 per
violino di Prokofiev, ad incendiare la sala con i suoi
virtuosismi e l'abito rosso fuoco è Lisa Batiashvili, violinista
tedesca di origine georgiana che viene acclamata fino a
concedere uno straordinario quanto melanconico bis sulle note di
Bach che precede con una dedica appassionata al suo paese in
questo momento difficile invocando libertà di manifestare, pace
e una veloce adesione all'Unione europea. Infine in chiusura la
Seconda Sinfonia di Johannes Brahms, che lo stesso compositore
descrisse in una lettera come "una piccola sinfonia gaia e
innocente" che lascia il segno di Harding e l'Orchestra di Santa
Cecilia a Parigi. Poi via tutti in treno verso la Philharmonie
di Lussemburgo il 3 dicembre, la Koningin Elisabethzaal di
Anversa il 4 dicembre, e il 6 e 7 dicembre al Konzerthaus di
Vienna, dove l'ultimo giorno al programma si aggiungerà anche la
Messa da Requiem di Verdi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA