Dal Viola Park a piazza Strozzi e gli amici di Colle Bereto: ecco la Firenze di Bove

14 ore fa 1

Il difensore arrivato quest'anno in viola ha un forte legame con Palladino. Fra i compagni ha legato soprattutto con Cataldi, romano come lui

Dal nostro inviato a Firenze Francesco Pietrella

3 dicembre - 18:26 - MILANO

Il volto pulito di Edoardo Bove si mescola ai fiorentini di tutte le età da un paio di mesi. Quando non veste la maglia della Fiorentina o si allena al Viola Park, “Edo” si infila una felpa col cappuccio, noleggia un monopattino e se ne va in giro per la città. Lo spinge la stessa curiosità che l'ha portato a imparate tre lingue. L’itinerario parte da Piazza Strozzi - la zona dove vive - si sviluppa intorno ai vicoletti del centro e prosegue lungo l’Arno, salvo poi concludersi dagli amici di Colle Bereto. Il ristorante dove si concede una bibita analcolica e qualche chiacchiera con gli amici romani saliti a Firenze per salutarlo. 

IL RISTORANTE

—  

Sempre col sorriso, il buon umore e quella parlantina svelta che l’ha portato a chiedere un favore a Gravina: “Presidente, come posso vedere Roma-Atalanta?”. Domenica Firenze ha tenuto le dita incrociate per diverse ore. Ha visto Edoardo collassare in campo e i giocatori fare un cerchio intorno a lui. L’ha visto uscire in ambulanza e poi ha tenuto il fiato sospeso. I fiorentini non vedono l’ora di rivederlo di nuovo in monopattino, così come i camerieri e i gestori di Colle Bereto, Daniele su tutti. Una delle persone con cui Bove ha legato di più. Edo arriva spesso dopo cena, quasi sempre da solo, scambia due parole e poi se ne torna a casa. Il ristorante si trova di fronte a Palazzo Strozzi ed è vicino a una libreria. Il rifugio dove rilassarsi. Un altro luogo di riferimento, per lui come per tutta la squadra dopo le partite, è il ristorante “La Reggia degli Etruschi” a Fiesole, in collina. Una formazione di tavoli da cui si vede tutta la città, Franchi compreso. 

L’AMICO CATALDI

—  

Firenze l’ha preso tra le mani ferito e l’ha adottato, coccolato, spronato, anche nello spogliatoio: la squadra l’ha videochiamato prima dell'allenamento di rifinitura in vista dell'Empoli e nella giornata di martedì. Palladino è sempre stato il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via dall'ospedale, come Danilo Cataldi. Uno dei compagni con cui ha legato di più, anche lui romano, unito a Bove da un destino simile: i due sono stati mandati via dalle squadre in cui sono cresciuti e per le quali fanno il tifo. Danilo è cresciuto a Tomba di Nerone e si è fatto notare tra le fila dell’Ottavia, a Roma Nord, mentre Bove ha segnato i primi gol al Parco della Caffarella, quartiere Appio Claudio. Le strade li hanno portati a Firenze. Danilo vive fuori città, Edoardo ha preferito il centro. All’inizio sono stati insieme al Viola Park. L’ex Lazio, tra l’altro, è stato il primo a soccorrerlo. Sapeva esattamente cosa fare: ha un certificato dell’Acis American Heart Association per soccorrere le persone in situazioni di emergenza. L’ha conseguito durante gli anni biancocelesti. Domenica gli è tornato utile.

Leggi l’intero articolo