Dakar, Laia Sanz: "Sarà una bella edizione, conterà non sbagliare"

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La spagnola, costretta al ritiro nella corsa di quest'anno, ha parlato del percorso del rally raid in programma a gennaio 2026

Maria Guidotti

9 giugno - 19:03 - MILANO

Laia Sanz è il riferimento tra le donne nella Dakar. Non solo perché vanta ben 15 partecipazioni, ma soprattutto perché è stata l'unica a chiudere nella top 10 di categoria con uno spettacolare nono posto nel 2015 tra le moto, un record rimasto imbattuto. Nel 2022 per il debutto in auto ha scelto l'italiano Maurizio Gerini, con un 15° posto nella classifica generale del 2024 come miglior risultato. L'obiettivo nel 2025 era quello di vincere la categoria T1.2. Il duo Sanz-Gerini stava facendo bene, ma poi è stato costretto al ritiro a seguito di un incidente che ha modificato il roll-bar per soli 2mm. In Spagna per la presentazione della Dakar 2026, in programma dal 3 al 17 gennaio, Laia ha parlato del percorso della prossima edizione dall'alto delle sue 15 Dakar, tutte portate a termine tranne quella di quest'anno.

Come vedi il percorso?
"Sarà una bella Dakar, soprattutto da un punto di vista logistico. Lo scorso anno abbiamo fatto anche tappe di 900/1.000 chilometri per raggiungere l'Empty Quarter. L'Arabia Saudita è talmente vasta che sono sicura non ci mancherà la sabbia".

Come si combina lo spirito d'avventura con le esigenze dei tempi moderni?
​"Oggi è diventato fondamentale semplicemente avere copertura per il cellulare. Nell'edizione 2025 la corsa ha chiuso nell'Empty Quarter e siamo arrivati a fine Dakar senza la possibilità di parlare con i giornalisti o i familiari a casa. Ma anche per gli sponsor, il deserto del Quarto Vuoto era troppo lontano per raggiungerci".

Da grandissima motociclista, come valuti le tappe che vedranno auto e moto separate?
"Gerry (Maurizio Gerini) è forte nella navigazione e insieme facciamo un bel team per cui mi piace la divisione dei percorsi. A livello di sicurezza rappresenta un passo avanti perché le moto rischiano quando si trovano raggiunte dalle auto. Alla fine è meglio anche per noi".

Cosa cambia a livello di tattica?
"Alla fine conta non sbagliare, fare meno errori e avere la fortuna dalla nostra parte".

Due millimetri hanno decretato il vostro ritiro a gennaio.
"Un peccato, ma siamo riusciti a trasformare questa frustrazione in motivazione e stiamo lavorando a un bel progetto".

Nella gara delle auto, il mezzo continua a fare una grande differenza. Toyota potrebbe essere un'opzione?
"Alla Dakar ci vuole il veicolo giusto, ma anche i mezzi e i soldi per prepararsi al meglio. Speriamo ci sia la possibilità e con il lavoro che stiamo facendo anche nell'ombra, arriverà la giusta opzione".

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