Dalle aziende capofiliera della
manifattura europea, corrispondenti a meno dell'1% delle imprese
manifatturiere europee, generano da sole il 64% del valore
aggiunto del settore e il 43% dell'occupazione. E' quanto emerge
dallo studio 'Driving the future: lead firms as engines of
innovation and sustainability for Italian and European
industrial value chains', elaborato da Teha Group in
collaborazione con Philip Morris Italia, presentato nell'ambito
della 51esima edizione del Forum Teha di Cernobbio. Secondo lo
studio le 100 aziende capofiliera europee contribuiscono al 32%
del manifatturiero dell'Ue e i loro lavoratori generano in media
3,2 volte più valore aggiunto rispetto ai dipendenti delle
piccole imprese. Inoltre, le imprese capofiliera Ue investono
circa il 42% del totale degli investimenti privati in ricerca e
sviluppo, pari a 149 miliardi di euro.
L'obiettivo strategico della ricerca è stato quello di
identificare e misurare il ruolo delle aziende capofiliera come
leva competitiva cruciale per Italia ed Europa: di fronte alla
crescente competizione globale con Stati Uniti e Cina, l'Ue deve
trasformare le proprie imprese leader in catalizzatori di
ecosistemi industriali capaci di trascinare l'innovazione e la
crescita dell'intero tessuto produttivo.
"Le aziende leader hanno un ruolo strategico nel plasmare le
catene del valore italiane ed europee per costruire modelli di
crescita lungimiranti", commenta Pasquale Frega, presidente e
amministratore delegato di Philip Morris Italia. "Per fare
questo - aggiunge -, la collaborazione tra grandi e piccole
imprese è essenziale. In Philip Morris Italia vediamo il ruolo
di azienda capofiliera come una responsabilità industriale e
sociale: creare valore lungo tutta la filiera attraverso
investimenti in innovazione, sostenibilità e competenze. Questo
è quello che facciamo con le 44.000 persone e le 8.000 imprese
italiane coinvolte nella nostra filiera".
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