L'Italia è terza in Europa nel
settore dell'idroelettrico per potenza installata, con una
copertura del 15% dei consumi totali nel 2024. E' quanto emerge
dalla ricerca 'Energia dall'acqua, forza e sicurezza del paese:
il ruolo strategico per l'idroelettrico in Italia' realizzata da
Teha ed Enel. L'idroelettrico inoltre è stata lo scorso anno la
prima fonte di energia rinnovabile in Italia con una quota pari
al 46% della produzione ed ha un potenziale di crescita del 10%,
possibile attraverso un "piano mirato di investimenti".
Il nodo da sciogliere per il settore - viene spiegato - è che
l'86% delle concessione dei grandi impianti idroelettrici è già
scaduto o scadrà entro il 2029 ed occorre "trovare da subito un
modo efficace di riassegnanzione delle concessioni per non
compromettere la realizzazione degli investimenti nel settore".
Nel corso della presentazione della ricerca a Cernobbio è emersa
la soluzione della riassegnazione delle concessioni agli
operatori a fronte di investimenti concreti. In questo modo si
sbloccherebbero "fin da subito - si legge nella ricerca - fino
a 16 miliardi di investimenti aggiuntivi, creando fino a 20.800
posti di lavoro con un anticipo di circa 6 anni rispetto
all'attuale quadro normativo". Si tratta della cosiddetta
'quarta via', alternativa alle gare ad evidenza pubblica, alla
creazione di società miste tra pubblico-privato e al
partenariato tra pubblico privato tramite il project-financing
previste dalla legislazione attuale italiana.
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